Egam, approvata sul filo di lana la legge sulle risorse idriche

Il Consiglio regionale, nella seduta di oggi, ha approvato a maggioranza la legge di iniziativa della Giunta concernente “Disposizioni in materia di risorse idriche e istituzione dell’Ente di Governo dell’ambito del Molise (EGAM).Il varo del provvedimento è avvenuto dopo un lungo dibattito, articolato in 5 sedute dell’Assemblea, cui hanno preso parte molti Consiglieri di Maggioranza e Minoranza, oltre che agli esponenti dell’Esecutivo. Pregno di contenuti il confronto tra le varie forze politiche che è spaziatodai principi costituzionali relativi al bene pubblico acqua, alla coerenza dell”approvanda legge  regionale con i dettami delle norme nazionali regolanti la materia, dalla organizzazione dell’Ente di Governo del sistema idrico alla gestione dello stesso, dalla necessità di calmierare le tariffe alla opportunità di attivare progetti per la riduzione, se non eliminazione delle perdite idriche nella rete  acquedottistica sia locale e di adduzione. Oltre 120 gli emendamenti e sub emendamenti discussi, approvati e bocciati.In particolare la nuova legge sulle risorse idriche del Molise riconosce “l’acqua come bene pubblico inalienabile”; la Regione, quindi, è chiamata a garantire “l’accesso individuale e collettivo ad essa in quanto diritto inviolabile di ogni persona”. Tutto ciò in armonia con le risoluzioni dell’ONU del 2010 e del Parlamento Europeo del 2015 riguardanti la statuizione che l’acqua e i servizi igienici sono un diritto fondamentale. L’articolo 1, poi, specifica che “in quanto bene comune pubblico, l’uso dell’acqua non è soggettabile a finalità lucrative ed è ispirato al risparmio e alla rinnovabilità della risorsa per non pregiudicare il patrimonio idrico, l’integrità e la vivibilità ambientale, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici”. Tra le finalità dichiarate della nuova norma vi è quella di di tutelare la risorsa acqua e i cicli idrogeologici per garantirne la rinnovabilità e la qualità, attraverso adeguate forme di protezione dei bacini e di monitoraggio delle sorgenti, delle falde e dei corsi d’acqua. Vi è poi la necessità di migliorare la qualità delle acque anche sotto il profilo igienico-sanitario anche attraverso la  realizzazione di un efficace sistema di trattamento delle acque reflue e di riciclo delle acque utilizzate. In questo quadro viene stabilito che alla Regione spetta la “programmazione unitaria della tutela e  degli usi delle acque e la politica generale di governo della gestione per i vari usi”. L’art. 3 poi puntualizza che per tali finalità la “Regione può utilizzare tutte le infrastrutture, gli impianti e le opere di cui è titolare, comunque preposti all’approvvigionamento primario a uso plurimo delle acque ricadenti nel territorio, nonché avvalersi di enti, in qualsiasi forma istituiti, da essa dipendenti previa, se necessaria, la modificazione o trasformazione della loro natura giuridica e del loro assetto organizzativo”. Per queste finalità la Giunta regionale “formula indirizzi e linee guida per l’organizzazione e la gestione del servizio, stabilendo i criteri di efficienza, efficacia ed economicità che dovranno caratterizzare il governo del sistema idrico integrato”. La nuova legge quindi, che fissa anche come ambito territoriale ottimale per l’organizzazione e gestione del servizio idrico integrato l’intero territorio regionale, in ottemperanza del decreto.

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