Quali sono i diritti e le tutele in ambito lavorativo per chi si ammala di tumore? A questa domanda ha risposto l’incontro al Circolo Sannitico di Campobasso promosso da La Rete Onlus, l’associazione molisana di sostegno ai malati oncologici. Un evento per ‘formare e informare’ i cittadini su come il malato oncologico possa essere tutelato nella sfera lavorativa. A presiedere il partecipato incontro l’avvocato giuslavorista Elena de Oto e il direttore regionale Inail Molise, Rocco Del Nero. L’iniziativa rientra nel più ampio progetto dei ‘Mercoledì della Prevenzione’ volti a sensibilizzare la popolazione su una serie di tematiche connesse alla prevenzione del cancro e al sostengo dei malati oncologici. “Sono molto contenta di poter parlare di questo tema – le parole della De Oto – e poter prendere parte a un percorso di questo genere. Al di là di chi opera nell’ambito, è bene ricordare che la conoscenza del diritto è la prima base affinché le norme non restino lettera morta”. La de Oto ha, poi, condotto i presenti in un viaggio all’interno di una normativa un po’ frammentata che probabilmente il legislatore “dovrebbe riordinare, tenendo conto proprio della peculiarità specifica dei malati oncologi, così come accaduto per i malati di tubercolosi”. A differenza del pensionamento anticipato, la flessibilità oraria e spaziale in questo caso potrebbero essere la risposta giusta all’esigenza di chi, anche in un periodo particolare della propria vita, ha la necessità di “lavorare per preservare la propria dignità e umanità”. Dunque, una panoramica a tutto tondo quella fornita dalla de Oto che, dall’articolo 38 della Costituzione, passando per i contratti collettivi nazionali di lavoro, è arrivata fino alle circolari amministrative Inps e Inail, “le quali hanno mostrato sempre una sensibilità spiccata, andando spesso anche oltre la legge”. Un punto, questo, che ha trovato d’accordo anche il direttore regionale Inail Molise, Rocco Del Nero. “Come Istituto – ha detto infatti – di diritti ne riconosciamo parecchi. Pensiamo, ad esempio, a tutta la parte indennitaria per le malattie professionali. Ci sono molte patologie che l’Inail riconosce come professionali, basti pensare all’esposizione all’asbesto, ai policiclici aromati o anche alla polvere di legno, solo per citare alcuni casi”. Del Nero ha, inoltre, messo in evidenza come il settore dell’agricoltura, tra i più sviluppati in Molise, non sia esente dalle malattie professionali. “A differenza di quanto si crede, i fitofarmaci o gli arsenici utilizzati nelle vigne, con i quali gli agricoltori vengono in contatto, sono tra i primi responsabili delle malattie professionali”. Del Nero ha, infine, sottolineato come in questi casi sia importante il ruolo del medico nell’acquisire la consapevolezza di una forma di malattia contratta sul posto di lavoro. “Non sempre ciò avviene, molto spesso ci si limita a curare il malato e non entrare in simili aspetti medico-legali a cui fanno fronte, nella maggior parte dei casi, i sindacati o i patronati”.
Malati oncologici e lavoro, De Oto: ‘Normativa frammentata’
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