Firme false, in Consiglio la minoranza chiede le dimissioni del sindaco Cerio

Consiglio comunale rovente quello di ieri a Ferrazzano, dove a Palazzo Chiarulli non poteva passare innosservato l’esito della vicenda delle firme false a sostegno di alcune candidature per le elezioni regionali del 2013, col sindaco Antonio Cerio che insieme ad altri amministratori coinvolti ha patteggiato una pena convertita in multa (sospesa). La minoranza ha chiesto le dimissioni del sindaco, che non ha fatto attendere la sua risposta: “Se devo fare un passo indietro devono essere i cittadini a sfiduciarmi”. In una nota il gruppo di minoranza “Buongiorno Ferrazzano” esprime la sua posizione in merito alla questione.
In premessa, per spazzare immediatamente il campo da ogni ignobile ragionamento retrospettivo e da ogni funzionale ricostruzione retroscenista, chiariamo che respingiamo al mittente le eventuali, prevedibili accuse di strumentalizzazione di vicende delicate o di sciacallaggio politico: non ci appartengo modalità opache né metodiche bieche nel nostro approccio al “fare politica” e alla partecipazione alla “cosa pubblica”.
Gravi, gravissime sono, a nostro avviso, le conseguenze della sentenza, che, in primo grado, ha condannato, tra gli altri, il Sindaco di Ferrazzano, Antonio Cerio, per la vicenda della raccolta di firme false all’epoca delle elezioni regionali del 2013.
A seguito di questa decisione, chiediamo le dimissioni immediate e irrevocabili del Sindaco dalla sua funzione.
Ferrazzano non merita di avere un Sindaco “azzoppato” da una condanna che, seppure non ancora passata in giudicato, esporrebbe tutta la Comunità del nostro Paese a critiche e ad accuse e vedrebbe irrimediabilmente segnata la credibilità politica sua e quella di chi oggi è seduto qui, tra questi banchi.
La scelta dell’applicazione della pena su richiesta delle parti ex artt. 444 e segg. c.p.p. (c.d. patteggiamento), oltretutto, riflette la fuggevole coerenza politica del Sindaco che, nella campagna elettorale per le comunali del 2014, raccontava la fiaba di non essere un “politico di carriera”, e oggi, chiedendo di “patteggiare” la pena, ha evitato proprio tutte le funeste conseguenze della cd “Legge Severino” sulla sua luminosa carriera politica: altro che politico di carriera, qui siamo al contorsionismo politico bello e buono!
Insomma, una manifestazione di intenti (quella resa durante la campagna elettorale) raffazzonata come fosse un abito di sartoria dozzinale; uno storytelling improbabile che, alla prima curva, si è infranto contro il muro della verità, un’operazione di pura cosmesi arrangiata in casa e malriuscita che oggi svela una cocente verità che nessun espediente può ammantare.
Il corpo elettorale può sentirsi degnamente rappresentato da chi compie un’azione così sfacciatamente contrastante con i principi e i valori della trasparenza e della buona fede?
Il moralismo d’accatto lo lasciamo agli scribi e ai farisei che si esercitano quotidianamente in azioni dubbie, all’ombra di sepolcri imbiancati.
Sia ulteriormente chiaro che, per Noi, non si tratta neppure di un percorso speculativo per ottenere surrettiziamente quello che il consenso popolare ha concesso ad altri.
La questione centrale sulla quale oggi e ogni giorno a venire batteremo i pugni, senza mai rinunciare neanche a un centimetro del nostro perimetro di limpidezza di azione e di onestà intellettuale, è quella del rispetto della Legge e del Patto sottoscritto con la Comunità di Ferrazzano, che non può e non potrà mai contemplare la violazione delle Regole!

Maria Assunta BARANELLO, Vincenzo DAMIANO, Angelo Michele LEMBO, Maria Rosaria PASCALE

 

(In foto un momento del consiglio, a sinistra il sindaco Cerio)

Exit mobile version