Violenza sessuale di gruppo in un hotel, assolti gli imputati

Ore 20.45. Il suo arresto nel 2013 aveva generato scalpore in Molise, non solo per l’episodio di cui era stato accusato – violenza sessuale di gruppo, – ma soprattutto per il suo passato, quello di affiliato a un clan della ‘ndrangheta, prima di diventare un collaboratore di giustizia. Oggi il collegio penale del Tribunale di Larino composto dai giudici Michele Russo, Daniele Colucci e Tiziana Di Ninno ha assolto il 57enne calabrese Piero Speranza dal reato di violenza sessuale, che secondo l’accusa era stata consumata nel luglio del 2012 insieme al 52enne campobassano R.D., incensurato – anche lui assolto oggi – ai danni di una ragazza, all’epoca 28enne, all’interno di una camera dell’albergo in disuso ‘Rosa dei Venti’ a Termoli, venuto alla ribalta per un presunto giro di prostituzione che riguardava un night della cittadina costiera, le cui ballerine dormivano, appunto, nell’hotel. Già all’epoca l’episodio venne classificato come una ‘spedizione punitiva’, nata a seguito di screzi precedenti con la giovane donna e durante la quale i due indagati, dopo aver forzato la porta d’ingresso della camera ed essersi introdotti all’interno, avrebbero minacciato di morte la ragazza, costringendola ad inginocchiarsi per chiedere scusa, fino ad abusare di lei. Il pm Luca Venturi aveva chiesto condanne pesanti per gli imputati, rispettivamente 10 anni per Speranza e 7 per R.D. Gli avvocati Carmine ed Elena Verde, in oltre due ore di arringa, sono riusciti a dimostrare l’insussistenza del fatto più grave, sostenendo che vi fossero delle contraddizioni nel racconto della vittima e che le accuse si basassero solo sulla sua testimonianza. Dopo due ore di camera di consiglio i giudici hanno assolto il 57enne e il 52enne dal reato di violenza sessuale, condannandoli a pene minori solo per violazione di domicilio e minaccia. Entrambi sono stati colpiti da misure preventive ordinate dal gip nel corso delle indagini, Speranza in particolare è stato sottoposto a misura, fra carcere e domiciliari, per circa un anno e mezzo. Oggi sono entrambi liberi. “Sin dall’inizio abbiamo sostenuto che non vi fosse stata alcuna violenza sessuale ed oggi è stata fatta chiarezza”, hanno affermato i legali difensori dopo l’udienza.

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