Un terzo dei molisani a rischio povertà, Di Giacomo: ‘Abolire i vitalizi’

“Con il 33% dei molisani a rischio povertà e, secondo i freddi numeri statistici dell’Istat, il 21,5% che vive in una condizione di “povertà relativa” e il 9,9% in una condizione di “povertà assoluta”, la spesa di oltre 4 milioni di euro l’anno per garantire i vitalizi all’esercito degli 82 ex consiglieri regionali, cui vanno sommati gli assegni di reversibilità a vedove e figli di ex consiglieri defunti, sono uno scandalo non più tollerabile”. Ad affermarlo è Aldo Di Giacomo, dirigente nazionale di Italia dei Valori (responsabile Sicurezza) rilanciando la battaglia per l’abolizione totale dei vitalizi. “La classe politica molisana – aggiunge – è chiamata ad un gesto di responsabilità per abbandonare ogni forma di privilegio di casta, primo fra tutti quello del vitalizio. Non si può fare più lo struzzo nascondendo la faccia sotto la sabbia e fingendo di ignorare che lo stato di disagio sociale ed economico è visibile e palpabile dappertutto, dai capoluoghi ai paesi più piccoli, aggravato dalla crescente disoccupazione. Noi diciamo basta all’ingiustizia sociale che si manifesta con una pensione di 3-4mila euro al mese per un ex consigliere regionale e 400-500 euro in media al mese per un pensionato. Sia chiaro – precisa il dirigente nazionale di IdV, – noi siamo per l’abolizione totale dei vitalizi mettendo fine alla “furbata” prodotta dalla legge regionale del 2012 che ha solo interrotto le trattenute sulla busta paga degli eletti, ma non ha operato tagli sugli assegni maturati e percepiti. E tanto meno condividiamo il provvedimento più recente con il quale si provvede a trattenere mensilmente dalla indennità di carica lorda dei consiglieri regionali una somma pari all’8,80% a partire dalla mensilità di novembre 2015. A conti fatti il cosiddetto sistema previdenziale contributivo per gli attuali consiglieri in carica è vantaggioso solo per loro ma non certamente per le casse della Regione che dovrà rimetterci ancora milioni di euro l’anno. L’impegno politico ed istituzionale – conclude Di Giacomo – non può essere scambiato per una professione ma al contrario è un impegno di servizio per le nostre comunità ed un’attività ispirata da valori civici e solidaristici”.

Exit mobile version