Cdr, Frattura nuovo presidente Gruppo Adriatico-Ionico

Il governatore del Molise Paolo di Laura Frattura è stato eletto questa mattina a Bruxelles nuovo presidente del Gruppo interregionale Adriatico-Ionico del Comitato delle Regioni. Frattura prende il posto del greco Apostolos Katsifaras. Dopo l’elezione e il passaggio di consegne il presidente ha tenuto un breve discorso di saluto e ha poi presieduto i lavori del Gruppo. “Abbiamo la Presidenza del Gruppo interregionale Adriatico-Ionico del Comitato delle Regioni, una grande opportunità per il nostro Molise che così assume un nuovo ruolo chiave nello scenario internazionale”, commenta Frattura. “Il Gruppo interregionale – spiega – è l’articolazione del Comitato delle Regioni deputata alle politiche europee rivolte all’area adriatico-ionica. Tra gli impegni principali, infatti, l’attuazione della Eusair, la Strategia dell’Unione Europea per la Regione Adriatico-Ionica”. Nello specifico, il Gruppo interregionale rappresenta le Regioni e le Città in seno al Governing Board della Eusair e dialoga direttamente con la Commissione europea, il Parlamento europeo e i Governi per la predisposizione di programmi, pareri e piani operativi dei territori coinvolti. “Ringrazio tutti i componenti del Comitato delle Regioni, membri del Gruppo interregionale, per la fiducia accordatami: in questa elezione riconosciamo l’attestato che premia il lavoro svolto sui diversi tavoli e con diversi ruoli dalla Regione Molise negli ultimi dieci anni ed è la dimostrazione di come anche una piccola Regione può ritagliarsi un importante spazio nello scenario internazionale”, le dichiarazioni di Frattura a Bruxelles in apertura dei lavori che ha presidiato subito dopo l’elezione. “Convoglieremo – ha proseguito – tutte le nostre energie affinché le azioni di coordinamento tra Istituzioni europee, nazionali e locali si trasformino in proposte progettuali tangibili, innovative e sostenibili per lo sviluppo dell’area in questione. Lo faremo seguendo le indicazioni già tracciate da chi mi ha preceduto in questo incarico, il presidente Apostolos Katsifaras cui va il nostro riconoscimento per l’impegno profuso”.

Fanelli: “Globalizzazione sia basata su diritti e non su mercati”. Le priorità degli enti locali per una via della globalizzazione “basata sui diritti e non sui mercati” sono state discusse al Comitato delle Regioni a Bruxelles su proposta di Micaela Fanelli, membro molisano del Comitato che è stata relatrice del parere su uno dei pilastri sul futuro dell’Europa. La sfida degli enti territoriali passa proprio attraverso le indicazioni formulate dalla Fanelli con il documento che è stato approvato dal Comitato a larghissima maggioranza (un solo voto contrario). “Occorre muoversi soprattutto in alcune direzioni – ha detto nell’aula ‘Alcide De Gasperi’ del palazzo della Commissione Europea. – Serve una implementazione del pilastro sociale per rafforzare la lotta alla povertà, introducendo obiettivi vincolanti. La crisi e la contrazione di investimenti per la protezione sociale, unitamente agli effetti della globalizzazione su alcuni territori, hanno aumentato la domanda di servizi locali e i territori a volte sono stati lasciati soli”. Per la Fanelli serve poi “un pieno riconoscimento e una reale effettività della politica comune in materia di asilo e migrazione legale, per la costruzione di partenariati con paesi terzi e strumenti di integrazione per gli immigrati e il pieno riconoscimento del ruolo e del valore del lavoro degli enti territoriali che soprattutto in alcuni Stati si sta svolgendo”. Sul piano della competitività il parere suggerisce: “Una strategia industriale europea globale e basata sul territorio; una strategia agricola più equa e sostenibile; un rafforzamento delle politiche per l’innovazione: un potenziamento degli investimenti e una nettizzazione della quota di cofinanziamento dal patto di stabilità”. Infine il tema delle aree rurali: “Serve una nuova politica europea non caratterizzata dai soli strumenti di politica agricola, ma capace di comprendere la necessità di preservare equilibri ecologici e demografici”. Sono stati 39 gli emendamenti al parere presentati dai vari gruppi politici, quasi tutti inglobati nel testo della Fanelli; 5 invece sono stati dichiarati “irricevibili”. (fonte Ansa)

 

 

 

 

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