San Giuliano di Puglia, 15 anni dal sisma. I messaggi della politica

La Giornata della Memoria (Intervento del presidente Paolo Frattura), non è solo un pensiero che torna puntuale di anno in anno. La Giornata della Memoria è il dovere della consapevolezza: nel nostro Molise,come, purtroppo, in tanta altra parte di Italia, l’abbiamo maturata con un terremoto luttuoso che dal 2002 ha diviso il tempo in un prima e in un dopo. Un prima e un dopo segnati dall’angoscia dell’impossibilità di tornare indietro e dalla necessità di cambiare le cose per evitare nuovi disastri. La Giornata della Memoria è la promessa che stringiamo con il futuro perché tutti i “mai più” detti, scanditi, ripetuti da voci autorevoli e voci comuni non siano moniti, rimproveri o speranze, ma fatti reali che nessuno può e deve mettere mai in discussione. È la promessa con il futuro che, come noi, in questi anni hanno stretto tante altre popolazioni italiane colpite dalla devastazione del sisma: con noi oggi in quest’Aula dalla provincia di Macerata il sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli. Sentiamo il suo abbraccio che contraccambiamo con un abbraccio altrettanto forte al coraggio che la sua terra ferita e i suoi concittadini stanno dimostrando rialzando ogni giorno un po’ di più. Caro Franco, grazie per essere qui con noi in questo quindicesimo anniversario: la tua presenza è la prova di quella solidarietà di cui l’Italia è sempre capace e che tanto dà anche in termini di calore ed emozioni. È il nostro patrimonio più bello. La Giornata della Memoria per noi è il terremoto di San Giuliano di Puglia, è il sisma che ha reso macerie la vita quotidiana nei comuni lì attorno. È il crollo di una scuola e l’inaccettabile morte di 27 bambini e della loro maestra. La Giornata della Memoria è il valore di ogni storia attraversata dalla sofferenza, dal dolore e anche dall’ingiustizia: a nessuno è consentito manipolarla nel suo alto significato. Oggi la difesa di tutte le Giornate della Memoria assume i contorni dell’urgenza. Perché l’arretratezza e la barbarie, che abbiamo colto e condannato nel gesto grottesco di uomini che hanno perso il senso del limite, non sono pericoli lontani da ogni celebrazione legata al dolore e al suo opposto negato e spezzato, la vita. Nell’offesa al sorriso di Anna Frank c’è l’offesa al sorriso dei bambini di San Giuliano, c’è l’offesa a tutte le sofferenze che nascono dalle ingiustizie. Un terremoto non è l’azione spietata e persecutoria di una follia criminale, ma è lo smascheramento di forzature edilizie e di violenze sull’ambiente e sul territorio. San Giuliano ci ha insegnato a tutelare la vita di bambini e adulti nei luoghi pubblici di aggregazione. San Giuliano ci ha portati a pretendere, come genitori, edifici sicuri per ogni studente e ogni insegnante, e a impegnarci, come legislatori e amministratori, per assicurarli a tutti. I punti oscuri in un lavoro di sicuro non semplice, l’adeguamento sismico delle strutture scolastiche della nostra regione, condotto sempre con grande impegno soprattutto dai nostri sindaci, restano ancora tanti, ma non possiamo immaginare che qualcuno li abbia sottovalutati o li sottovaluti. È un’opera preziosa, il contributo offerto da tutti quelli che vogliono capire in che condizioni siano le aule nelle quali ogni mattina lasciamo fiduciosi i nostri bambini e i nostri ragazzi, per questo io dico: facciamolo insieme. Continuiamo come abbiamo fatto finora. In questi anni, anche grazie agli interventi messi in campo dal governo regionale che ci ha preceduti, abbiamo tagliato il nastro di tante nuove scuole, più sicure dal punto di vista della staticità sismica. Abbiamo lavorato per aggregare gli alunni di comuni vicini perché nella scuola sicura tornasse anche il chiasso e il calore della vita piena. È un lavoro avviato e che sta andando avanti: non ne vanifichiamo la portata. Ce lo chiede il sorriso felice che ancora ricordiamo di chi da quindici anni non è più con noi. Come ogni anno, ogni 31 ottobre, anche oggi rivediamo a scuola a San Giuliano di Puglia l’impegno e la bellezza della maestra Carmela Ciniglio e di Umberto, Domenico, Costanza, Lorenzo, Luca, Morena, Valentina, Raffaele, Paolo, Antonella, Luigi, Maria Celeste, Sergio, Maria, Michela, Valentina, Martina, Giovanna, Maria, Antonio, Luigi, Gianni, Antonio, Gianmaria, Luca, Melissa e Giovanna.

Il messaggio del Consigliere Salvatore Ciocca.

I sentimenti che segnano da 15 anni la nostra “Giornata della Memoria“ rivivono oggi,  con lo stesso carico di emozioni vissute in quelle drammatiche ore del  31 ottobre del 2002 e negli interminabili, e densi di dolore,  giorni seguenti. Chi di noi non ricorda ogni attimo, ogni sensazione di allora…Paura ma anche vicinanza a chi si disperava,  in una straziante attesa senza lieto fine. Le tante lacrime versate,  quella stretta al cuore che ognuno di noi ha provato, simbolo di un dolore reale, condiviso, che mai potrà essere dimenticato ma anche la gioia per ogni vita che riemergeva dall’inferno, per ogni bambino che veniva accompagnato dagli applausi e dalle urla di chi, con le mani, aveva scavato senza sosta per strapparlo  alla morte. Nulla – nemmeno un attimo di quei giorni – potrà mai essere dimenticato. Ogni molisano, ogni italiano ne sono certo, vive questa drammatica giornata con tristezza: alle 11.32, come 15 anni fa, tutto si fermerà e tornerà indietro a ricordarci quei minuti, quella tragedia. Interminabili secondi in cui la terrà iniziò a tremare e poi inghiottì  la maestra Carmela e i 27 Angeli che mai  avrebbero dovuto lasciare,  in quel modo,  l’abbraccio e il calore delle persone amate. Per noi, in quest’Aula, in un giorno che la Regione Molise ha voluto cristallizzare per rendere, per sempre,  testimonianza di vicinanza, supporto e affetto da quel maledetto 31 ottobre 2002, si rinnovano gli impegni a che tragedie simili non accadano mai più. Non è la prima volta che intervengo,  che torno indietro per rivivere un dolore che avverto con particolari e diversi sentimenti:  In questa legislatura ho avuto modo, più volte, di toccare con mano i drammi di chi ha perso tutto, in pochi terribili minuti. Ricostruire è una parola che, però, non rende l’enormità delle macerie che –  chi ha perso una persona cara – deve rimuovere, giorno dopo giorno, lacrima dopo lacrima,  per affrontare la quotidianità. Prevenzione, rispetto del territorio e delle regole, corretto utilizzo dei fondi dedicati alla sicurezza degli edifici scolastici: queste sono le azioni da compiere, senza se e senza ma. E purtroppo prevenzione troppo spesso, ancora oggi, fa rima con lungaggini burocratiche, normative non adeguate e situazioni di estremo pericolo come quelle di cui abbiamo avuto ulteriore e reale contezza solo qualche giorno fa, alla luce delle indagini portate avanti dalla Procura di Campobasso a seguito di un esposto circostanziato presentato da un attivo comitato di genitori. Ecco, dopo 15 anni,  dopo una tragedia che segna ancora oggi (e lo farà per sempre) l’intera comunità molisana, apprendere che alcuni edifici scolastici  non sono  ancora e affatto sicuri ma, al contempo, tutto potrebbe restare immutato poiché quelle stesse strutture sono in regola rispetto alla normativa ormai datata alla quale devono riferirsi, è un colpo duro da incassare. All’epoca in cui quegli edifici nascevano,  la normativa non prevedeva le più stringenti certificazioni che oggi, per fortuna, devono accompagnare la costruzione di una struttura; questo “cavillo burocratico” non ci assolve e non alleggerisce la gravità della questione visto che sono state rilevate condizioni di criticità strutturali e vulnerabilità sismica. Cosa abbiamo fatto, cosa dobbiamo ancora fare? Non sono parole vuote, che rimbombano nel silenzio,  quelle che pronunciamo quando chiediamo tutti, senza distinzione,  che le scuole siano i luoghi più sicuri dove accogliere i nostri figli ma il fatto stesso che ogni anno si debbano ripetere i nostri appelli è sintomo di un problema troppo ampio,  che ha bisogno di misure straordinarie per essere affrontato. Ricordo che, il 20 dicembre del 2016, questo Consiglio ha votato all’unanimità un ordine del giorno –  di cui sono stato primo firmatario –  circa l’istituzione dell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica regionale. E, per amore di verità e nel rispetto di chi, 15 anni fa, ha perso la vita a causa della certificata imperizia dell’uomo, ritengo che sia importante citare oggi le risultanze  del rapporto di Legambiente sulle scuole, reso noto solo due settimane fa, che apre uno spiraglio di speranza e ci conforta circa le azioni poste in essere e le soluzioni adottate. Per la regione Molise il rapporto è riferito alla sola città di Campobasso poiché, a quanto si apprende nella lettura dello stesso,  di Isernia non si hanno i dati. Un rapporto che ci rassicura anche se le situazioni emergenziali – come è noto ed è oggetto di ampio dibattito e come le indagini della Procura hanno certificato – non sono state ancora completamente risolte. Legambiente ha “studiato” le nostre scuole e ha certificato che gli edifici scolastici sono di più recente edificazione rispetto alla media nazionale:  infatti, il  62% è stato costruito dal 1975 in poi, quindi successivamente all’entrata in vigore della normativa antisismica, contro il 36,4% della media italiana. In una città che rientra in zona sismica 2, su tutte le scuole risulta eseguita la verifica di vulnerabilità sismica e il 45% degli edifici è stato costruito secondo criteri antisismici. Una scuola su 4 però necessita di manutenzione urgente, il 60% ha beneficiato di interventi negli ultimi 5 anni. Tutti gli edifici possiedono i certificati di sicurezza per quanto attiene il collaudo statico, certificazione igienico sanitaria, prevenzione incendi, impiantistica elettrica. Tuttavia solo il 20% degli edifici possiede il certificato di agibilità. Tanto è stato fatto sì,  ma tanto c’è ancora da fare perché la ricostruzione e la sicurezza non si concretizzano dall’oggi al domani:  lo sanno bene anche  il Capo della Protezione Civile che sarà oggi a San Giuliano di Puglia e i sindaci che ci onorano della loro presenza, su invito della Presidenza del Consiglio regionale. Il sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli,  è qui a testimoniare il nostro stesso dolore e le identiche necessità:  una cittadina distrutta dal sisma, che ha pagato un prezzo altissimo,  dove la nostra Protezione Civile regionale e le formidabili associazioni di volontariato hanno lavorato per oltre un mese, subito dopo il sisma del Centro Italia e alle quali la comunità ha espresso parole commoventi di ringraziamento, per la loro vicinanza e per la loro professionalità. Uomini e donne che oggi anche io intendo nuovamente ringraziare per quello che rappresentano per la nostra comunità e per chi ne ha avuto bisogno. Un filo rosso unisce San Giuliano, Sarnano e tutte le comunità che hanno conosciuto la violenza del sisma; tragedie, cariche degli identici dolori e attese;  la nostra Giornata della Memoria, oggi,  diventa anche la loro, nella condivisione del senso di smarrimento, della paura, delle lacrime ma anche della caparbietà di chi non si vuole arrendere. Il nostro cuore, da 15 anni,  batte assieme a quello delle famiglie che, il 31 ottobre del 2002,  hanno perso i propri cari; assieme a loro abbiamo trasformato il dolore in solidarietà, andando lì dove c’era bisogno di aiuto e di vicinanza. I sentimenti che,  da quel maledetto 31 ottobre 2002,  portiamo nel cuore oggi diventano patrimonio di due comunità che, come noi, hanno pianto troppo. Insieme si è più forti, insieme si può ricominciare.

Il messaggio dell’eurodeputato Aldo Patriciello. “La tragedia di San Giuliano di Puglia ci impone non soltanto di ricordare quei tragici istanti ma anche e soprattutto di lavorare seriamente per garantire la massima sicurezza possibile per tutti gli edifici, pubblici e privati. Credo sia questo il modo migliore per ricordare il dramma di quei giorni in cui persero la vita trenta persone, tra cui 27 alunni e la loro maestra: un impegno civico e morale cui nessuno può sottrarsi e a cui è opportuno dedicare ogni sforzo istituzionale. Ciò che è accaduto quindici anni fa rimane una delle pagine più tristi della nostra storia: una tragedia enorme non solo per la cittadinanza locale ma per l’intero Paese che, oltre a rappresentare una ferita ancora aperta nell’immaginario collettivo, ha avuto pesanti implicazioni economiche, sia per i familiari delle vittime che per lo stesso Comune di San Giuliano di Puglia. Abbiamo dunque il dovere, oggi più che mai, di ricordare e di fare in modo che simili tragedie non abbiano più ad accadere, investendo nella prevenzione e nella messa in sicurezza dei nostri territori. La civiltà di un Paese si misura anche sulla capacità della sua gente e dei suoi amministratori di saper guardare lontano”.

L’intervento in Consiglio del Movimento 5 Stelle. “L’appuntamento con il quindicesimo anniversario del sisma di San Giuliano, in cui hanno trovato la morte ventisette bambini e la loro maestra, arriva in un momento in cui il tema della sicurezza scolastica è più che mai al centro dell’attenzione dei cittadini e purtroppo provoca ancora apprensione nei genitori. Scuole chiuse e doppi turni sono stati una costante troppe volte in questi anni. Una costante che ha cambiato le vite dei nostri ragazzi e dei loro genitori, costretti a fare i salti mortali affinché potesse essere garantito ai loro figli il diritto costituzionale sancito dall’articolo 34 della nostra Carta. Già qualche anno fa abbiamo avuto l’onore di intervenire in Consiglio regionale in questa occasione e ne siamo orgogliosi anche oggi. Ma non possiamo fare a meno di ricordare l’appello fatto in quell’occasione, che oggi è vivo più che mai e che noi tutti, come rappresentanti della più alta Istituzione regionale, siamo chiamati a raccogliere: “Oltre a questo momento di raccoglimento e di riflessione, dobbiamo noi tutti come Istituzione, prima ancora che come cittadini, lavorare affinché tutto questo non accada più. Effettuare ricognizioni, programmare interventi, predisporre adeguamenti sismici laddove necessario. Trovare le risorse e investirle nel migliore dei modi. Dare risposte certe e veloci alle nuove generazioni che oggi frequentano le scuole, di ogni ordine e grado. Far sentire tutti i cittadini ‘al sicuro’ quando sono in un luogo pubblico e di aggregazione così importante come può essere una scuola. Lo dobbiamo a noi tutti, ai nostri figli e soprattutto lo dobbiamo a quei ventisette bambini e alla loro maestra”. Da una recentissima indagine, nota alle cronache proprio qualche giorno fa, è emerso che su 196 edifici scolastici insistenti nella provincia di Campobasso ben 86 non risultano adeguati da un punto di vista della vulnerabilità sismica. Quasi la metà delle scuole della provincia di Campobasso non è a norma. Addirittura ci sono scuole prive di collaudo e altre ancora inutilizzate. Anche immaginare poli scolastici intercomunali deve essere fatto nell’ottica di salvaguardare le aree interne e mettere in condizione i nostri ragazzi di poter frequentare in sicurezza la scuola dell’obbligo. A proposito di questo, un inciso importante: è sempre buona cosa confrontarsi con i territori per capire se il nuovopiano di edilizia scolastica risulti adeguato. Aggiungiamo anche che basta ripensare ai disagi patiti l’anno scorso dagli studenti isernini per poter dire che anche nella provincia pentra le cose non vanno meglio. Ognuno di noi deve sentirsi investito di un dovere politico e un obbligo morale nei confronti delle vittime del terremoto di San Giuliano, dei loro familiari, di un’intera comunità che ancora oggi piange, perché la perdita di un figlio non potrà mai essere lenita. La politica ha solo un modo per onorare al meglio la loro memoria: fare tutto ciò che è necessario affinché non si piangano più vittime e affinché andare a scuola diventi per tutti momento di felicità, gioia, condivisione, aggregazione e conoscenza. Mai più disagi. Mai più paura. L’età scolastica è la più bella della vita ed una comunità deve essere in grado di garantirne sicurezza e serenità: il Molise deve essere pronto!”

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