Patto di stabilità, assolti Iorio e quattro dirigenti regionali

Il Tribunale di Campobasso ha assolto l’ex presidente della Regione Michele Iorio, oltre ad Alessandro Dal Cin, Antonio Guerrizio, Domenico Pollice e Antonio Di Ludovico, all’epoca dei fatti tutti e quattro dirigenti regionali, dall’accusa di falsità ideologica e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici per presunte attestazioni fittizie relative al rispetto del Patto di stabilità 2010 e 2011 da parte della Regione Molise. Il provvedimento è stato emesso dal giudice in sede di udienza preliminare. Due i procedimenti che furono portati avanti dall’allora Procuratore di Campobasso, Armando D’Alterio, che nel maggio 2016 formulò richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Uno riguardava Iorio e Dal Cin (nel 2012 direttore del Servizio Bilancio) accusati di aver dato vita a due prospetti che attestavano falsamente il rispetto del Patto di stabilità sia per il 2010 che per il 2011. La segnalazione arrivò nel 2013 dagli ispettori del Ministero dell’Economia, che riscontrarono presunte violazioni di quasi 31 milioni per il 2010 e di oltre 63 milioni per l’anno successivo. L’altro procedimento, riguardante contestazioni riferite al 2009, vedeva coinvolti i dirigenti Pollice, Di Ludovico e Guerrizio (all’epoca dei fatti rispettivamente dirigente del Servizio trasporti su gomma, direttore generale della Regione e responsabile del Servizio politiche tributarie e finanziarie), accusati di aver attestato falsamente in un documento istruttorio allegato a una delibera di giunta la legittimità “palesemente insussistente” dell’utilizzo finanziario di 5 milioni e mezzo di euro del capitolo di bilancio regionale ‘Movimenti e giri contabili’ per effettuare pagamenti dovuti dalla Regione. Un’azione che sarebbe andata in contrasto con la norma che prevede per il suo utilizzo, “la presenza nella contabilità regionale in entrata di un impegno, di pari importo, sui corrispondenti capitoli di spesa”. La difesa è riuscita a dimostrare l’insussistenza dei fatti. In particolare Iorio ha sempre respinto le accuse, evidenziando come i documenti sono sempre stati controllati e approvati dagli organi competenti, compreso il Consiglio regionale.

 

 

 

 

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