‘La vita oltre il dolore’, l’esperienza dell’Hospice e i modi per affrontare una malattia

“La vita oltre il dolore” è il convegno organizzato dal Lions Club “Termoli Host” che si è svolto venerdì 15 dicembre a Termoli, presso la Sala Caritas in Piazza Bisceglie del Borgo Antico.L’incontro si è incentrato sulla testimonianza del dottor Mariano Flocco, direttore dell’Hospice ‘Madre Teresa di Calcutta’ di Larino. La Presidente del Lions Club “Termoli Host” Ester Tanasso, dopo aver salutato il Presidente della 6° Circoscrizione, Oreste Campopiano, e il Presidente della Zona B Stefano Maggiani del Lions Club International presenti all’incontro, ha introdotto i lavori osservando come sia difficile parlare di dolore, per la dimensione quasi “sacra” che occupa nella nostra vita. All’insorgere di una malattia nostra o di un nostro caro ci troviamo in una situazione che cogliendoci spesso impreparati ci accomuna un po’ tutti provocando in noi uno smarrimento e uno sbandamento che arriva a sconvolgere le nostre vite. Un’esperienza così difficile e amara può però portare chi è coinvolto anche a una prospettiva di luce in maniera tale da ridisegnare la propria vita. L’Hospice di Larino è una struttura confortevole piena di luce e fiori che assicura ai malati terminali un’esperienza di relazione, un’accoglienza attenta, decorosa e confortevole. Il dottor Mariano Flocco ha osservato come ciascuno di noi reca sulla propria pelle un bagaglio di sofferenza che come una coperta protegge e arricchisce la persona rendendola più sensibile e forte. Questo bagaglio, fatto spesso di esperienze vissute in famiglia, risulta fondamentale per chi lavora all’Hospice, insieme ad una spiccata attitudine e alla necessaria preparazione specialistica. Il dolore provocato da una malattia inguaribile è una delle prove più ardue per una persona in quanto consta di una sofferenza non solo fisica ma anche e sopratutto spirituale. La struttura dell’Hospice fa di tutto per affrontare, combattere e lenire il dolore fisico che però non sempre riesce a debellare. La sofferenza che deve essere affrontata e combattuta anche se lacerante non è mai inutile. Questa esperienza non deve annientare o distruggere ma fortificare aiutandoci a comprendere quello che è il senso della vita. La vita deve riuscire a superare il dolore e a ritrovare in essa un senso di amore e di gioia. La disperazione in questa battaglia è la peggior nemica in quanto ci priva di lucidità. Questa battaglia risulta essere soprattutto un’esperienza spirituale che finisce per coinvolgere le persone malate, i familiari, gli amici e il personale sanitario. Questa sfida, in alcuni casi, riesce a riunire le famiglie e a riannodare rapporti spesso interrotti a causa di incomprensioni o fraintendimenti. In questa continua sfida indispensabile è l’apporto dell’assistente spirituale il quale ricopre uno degli incarichi più importanti nell’equipe specialistica dell’Hospice, questo ruolo richiede grande sensibilità in quanto deve essere molto presente, evitando al tempo stesso di risultare troppo invasivo. Le malattie ematologiche in età pediatrica rappresentano un momento ancor più lacerante per le famiglie e il personale sanitario che risulta coinvolto. I bambini hanno comunque una capacità di affrontare il dolore spesso inaspettata riuscendo spesso ad insegnare ai genitori un nuovo senso per la vita che seguirà. Durante l’incontro è stato proiettato un breve filmato ispirato alla difficile esperienza di una giovane donna che è stata ospite della struttura. Il personale della struttura sebbene debba avere particolari requisiti umani, spirituali e specialistici avendo contratti precari rischia continuamente di essere trasferito, licenziato e sostituito da personale non preparato; la stessa sopravvivenza della struttura dell’Hospice non è mai sicura, essendo riconfermata di anno in anno, a causa dei continui tagli alla spesa per la sanità. Non tutte le regioni italiane, nonostante vi sia una legge che espressamente lo preveda, hanno la fortuna di ospitare un Hospice. Il sogno per il dottor Flocco sarebbe quello di riuscire a prestare l’assistenza dell’Hospice nelle case delle persone malate che risultano comunque essere sempre i luoghi più consoni e confortevoli per chi affronta un cammino di vita così difficile. Il convegno si è concluso con un dibattito sul tema a cui il numeroso pubblico che ha gremito la sala ha partecipato ponendo numerose domande.

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