Nas: un’attività su due non è ‘regolamentare’. Sequestrate 4 tonnellate di prodotti in un anno

Il NAS di Campobasso, coordinato dal Comandante Luogotenente Mario Di Vito, al fine di tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini molisani, nell’anno 2017 ha ispezionato 684 attività commerciali operanti nel settore della produzione e vendita di alimenti e della sanità pubblica. Circa il 55% delle attività ispezionate sono risultate essere “non regolamentari” per violazioni di carattere penale e amministrativo. 103 persone sono state deferite in stato di libertà alle competenti Procure della Repubblica, mentre 330 sono state segnalate all’Autorità Sanitaria e Amministrativa. Sono state contestate 480 sanzioni per un importo di € 475.000; sequestrati 4.000 kg di alimenti (prevalentemente carne e prodotti ittici) per un valore commerciale di circa 100.000 €; chiuse 75 attività (depositi alimenti, ristoranti, case di riposo e studi medici polispecialistici) per un valore di circa € 3.900.000. Tra le violazioni penali più frequenti, attinenti il settore alimentare, è stata accertata la somministrazione di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menù e la vendita di prodotti ittici diversi per qualità e provenienza da quella dichiarata in etichetta: pesce “decongelato” venduto come “pesce fresco” e “pesce allevato” come “pesce pescato”. Nel periodo Natalizio, nel corso di controlli presso tre aree fieristiche dei Comuni del Basso Molise, sono state riscontrate gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali tali da indurre la competente Autorità Sanitaria a disporne l’immediata chiusura fino al completo ripristino dei requisiti richiesti dalla legge. Nel settore della sanità sono stati effettuati numerosi controlli presso strutture sanitarie pubbliche e private (ospedali, poliambulatori, case di riposo e cliniche), segnalando alle competenti autorità giudiziarie ed amministrative le irregolarità riscontrate (violazioni attinenti il mancato rispetto dei capitolati d’appalto, norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro, mancanza di requisiti abilitativi/professionali e mancanza di autorizzazioni per l’esercizio di attività sanitarie specifiche).

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