Otto marzo, Brunetti (Cgil): ‘Donne tornino ad occupare gli spazi pubblici’

“Nel 2018 la legge più contestata della storia compie 40 anni, parliamo della legge 194, approvata il 22 maggio 1978, che ancora oggi ci vede costrette a difenderne l’esistenza e a pretenderne la concreta applicazione”. A sostenerlo Liliana Brunetti, segretario regionale Cgil Pari Opportunità. “Lo faremo anche quest’anno, in occasione dell’ 8 marzo, partendo dall’importanza storica della conquista di quella legge e delle tante battaglie condotte dalle donne, che segnarono importanti vittorie civili, sociali e culturali. Nel 900 le conquiste delle donne hanno rivoluzionato non solo la loro vita ma quello dell’intero paese, rendendolo molto meno arretrato, il diritto al voto, la legge contro il femminicidio e tante misure che hanno introdotto forme di tutela specifiche per le donne e le lavoratrici madri, l’istituzione dei consultori familiari e la parità in materia di lavoro. Perciò diciamo con forza: siamo tempesta non lo scoglio, eravamo marea, ora siamo un oceano e nessuno scoglio ci potrà fermare. Dopo la marea, il movimento si è fatto tempesta e non solo per via di tante manifestazioni avvenute nel mondo, le donne hanno alzato la testa, hanno denunciato e raccontato. Non si tratta di arginare solo la violenza, anzi, si vuole respingere il vittimismo e la sua retorica e tornare ad occupare lo spazio pubblico, essere protagoniste di scelte ed incanalare energie e forza femminile, incrinare le contraddizioni del capitalismo e del razzismo e riaffermare la forza politica delle donne. Temi cari e cardini anche della nostra organizzazione che si è impegnata, oltre che sul lavoro e sulla violenza, anche a combattere l’uso di un linguaggio violento, stantio, gerarchico, legato indissolubilmente al patriarcato che non valorizza differenze, non include e non fa immaginare nuovi scenari. È un momento strategico importante per il nostro paese e il nostro sindacato. Dopo le mobilitazioni su Jobs act, sui nostri referendum, sulla riforma delle pensioni, notiamo un incremento di attenzione mediatica a tutto il tema nonché di rivendicazione. Alcuni dati sulle donne e il mondo del lavoro in Italia sono allarmanti: la richiesta di lavoro da parte delle donne è più forte nonostante un milione e mezzo di donne ha subito vessazioni, violenze, ricatti sul posto di lavoro; il tasso di occupazione femminile era salito nel 2008, oggi torna a scendere soprattutto nel mezzogiorno dove c’è un vero e proprio grido di dolore. I terreni scivolosi e precari di appalti, lavoro a chiamata, part-time irrisori sono abitati da donne e la CGIL sta a fianco e insieme a queste donne. Siamo queste donne. Lo siamo anche dentro l’organizzazione, nelle segreterie, nei direttivi, nelle assemblee, sempre più numerose e determinanti e visibili. Siamo dunque dove possiamo spenderci e per rispondere a questo appello. Abbiamo questa possibilità di azionare gli strumenti, di essere onda, marea, tempesta e non scogli contro i quali ci imbattiamo quotidianamente. La CGIL deve essere questa straordinaria ondata femminista, strumento di trasformazione delle donne e degli uomini, c’eravamo a difendere i centri antiviolenza, c’eravamo nelle giornate internazionali sull’aborto, in quelle contro la violenza sulle donne, ci siamo tutti i giorni, nelle camere del lavoro, nei territori, nei posti di lavoro. Facciamo nuove alleanze tra donne, diamoci questa possibilità e facciamoci marea, oceano e tempesta”.

Exit mobile version