Inchiesta stadio di Roma, Parnasi voleva corrompere l’avvocato molisano Nunzio Luciano

Voleva corrompere anche l’avvocato campobassano nonché presidente nazionale della Cassa Forense Nunzio Luciano l’imprenditore Luca Parnasi, finito in carcere nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri denominata ‘Rinascimento’ sul nuovo stadio di Roma a Tor di Valle, da cui sarebbe venuta fuori l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione (9 arresti e 27 indagati). Il suo nome infatti figura nelle intercettazioni telefoniche raccolte dagli inquirenti nell’inchiesta. Il legale molisano, come si legge anche sugli stralci dei colloqui – finiti sui giornali nazionali – fra Parnasi e il suo amico confidente Luigi Bisignani, faccendiere ed ex giornalista, viene tirato in ballo come persona da coinvolgere per inserire la Cassa fra i soggetti investitori. “Allora ti dicevo – la parte dell’intercettazione – che io sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, si chiama Nunzio Luciano. E’ il presidente della Cassa degli avvocati, la più grande d’Italia. Questo signore e gestisce, per i prossimi 3 anni e mezzo una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! OK?“. Secondo quanto riportato dai nazionali, per evitare di spendere soldi sullo stadio, Parnasi vuole cedere il progetto a Dea Capital ma mancano ancora dei soldi e dunque l’ipotesi è che l’investimento possa essere sostenuto proprio dalla Cassa forense. “Luciano come Cassa – continua Parnasi – potrebbe ricomprarsi questo fondo e darmi 20-30-40 milioni di cassa! Tra due mesi! Ok? Cosa che io ti dico metterei quasi per condizione“. L’avvocato Luciano, contattato da noi telefonicamente, esclude qualsiasi coinvolgimento. “A Cassa Forense non è mai stato presentato il progetto sullo stadio della Roma, agli uffici finanziari non è mai pervenuto – ha sottolineato. – Che cercassero investitori è possibile ma per vagliare il progetto questo va presentato, non abbiamo potuto valutarlo proprio perché non è pervenuto, Peraltro noi abbiamo procedure interne per fare investimenti che sono rigorosissime“. Luciano ribadisce che nè lui nè la Cassa sono coinvolti nelle indagini. Parnasi, stando a quelle intercettazioni, sembra avere già le idee chiare su come approcciare il legale molisano in merito all’investimento. “Il fatto che vengano utilizzati dei condizionali è esplicativo. Forse lui sperava di poter contare sull’apporto della Cassa di Previdenza sapendo bene che chi presenta un progetto deve tenere conto che lo stesso dovrà essere vagliato dagli organi competenti“. Sul rapporto con Parnasi, Luciano chiude così: “Parnasi è un grande costruttore, è conosciutissimo a Roma e lui conosce tante persone. Peraltro in passato ha già presentato progetti in Cassa Forense“.

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