Inquinamento Parco del Matese, lettera delle associazioni ai Ministri: ‘Subito verifiche’

Lettera del Comitato delle associazioni che difendono l’ambiente e il futuro Parco del Matese ai Ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dei Beni Culturali, in cui vengono chieste verifiche attente e riunioni tecniche con gli enti locali. “Sabato 21 luglio a nome della Rete dei Comitati e delle Associazioni di Campania e Molise, insieme all’onorevole Pasquale Maglione quale Parlamentare del Sannio, al sindaco di Morcone Luigino Ciarlo e a una delegazione di rappresentanti di comitati e associazioni, siamo stati sul Massiccio del Matese in un’area in territorio di Morcone a confine tra il comune di Sepino ed i comuni di Pietraroja, Sassinoro e Pontelandolfo. Com’è noto ai sensi dell’art. 1 comma 1116 della legge finanziaria n. 205 del 27.12.2017, è stato istituito il Parco Nazionale del Matese che giustamente coinvolge anche quella parte di territorio ricca di sorgenti d’acqua, antichissimi ricoveri in pietra realizzati dai pastori, paesaggi straordinari e ricchi di reperti e di storia come confermano le Aree SIC, il Parco Geopaleontologico di Pietraroja, la millenaria città sannitico-romana di Saepinum-Altilia o il sito di Terravecchia. La presenza di corsi d’acqua che alimentano il fiume Tammaro e la Diga di Morcone-Campolattaro ed il territorio carsico, che rappresenta il principale serbatoio idrico utilizzato per far arrivare l’acqua nelle case di Napoli e di gran parte della Campania, merita una maggiore attenzione sia da parte del Ministero dell’Ambiente che del Ministero dei Beni Culturali chiamato a salvaguardare anche i santuari, i borghi, i castelli e i giacimenti archeologici del territorio, che del Ministero dell’Agricoltura e Foreste chiamato a tutelare i pastori che utilizzano da millenni la montagna con le sue risorse per continuare a produrre latte, carne e formaggi tipici. Compromettere l’economia ecosostenibile dell’istituendo Parco Nazionale del Matese non è una scelta saggia perché rischia di vanificare attività agricole, turistiche, ricettive, zootecniche, commerciali, artigianali e professionali proprie di una tradizione millenaria basata sul rispetto della natura e sulla valorizzazione delle risorse locali. Preme sottolineare che da tempo quell’angolo di Sannio-Matese è sottoposto alla pressione di infiltrazioni mafiose come certificano diversi provvedimenti adottati anche negli ultimi giorni da Direzioni Distrettuali Antimafia su eolico selvaggio e/o rifiuti. È obiettivo prioritario di tutti fare in modo che il Parco Nazionale del Matese sia anche un presidio di legalità oltre che un motore di sviluppo ecosostenibile garantendo opportunità imprenditoriali e nuove attività capaci di alimentare circuiti economici sani, puliti e legali. Per questo riteniamo urgente che il Ministero dell’Ambiente convochi con la massima urgenza una prima riunione con gli altri Ministeri coinvolti, le Regioni Campania e Molise, e le diverse Autorità competenti su acqua, e su beni ambientali, culturali, storici, paesaggistici, archeologici. Va evitato il rischio che sul territorio vengono impiantate delle installazioni eoliche impattanti o impianti di compostaggio di rifiuti che mal si conciliano con la scelta adottata dal Parlamento che ha istituito, su quella stessa area, il Parco Nazionale del Matese. Sappiamo che gli adempimenti di perimetrazione non saranno semplici e non vogliamo che nel mentre a Roma si discute Sagunto brucia. Chiediamo che si faccia una verifica attenta su ciò che sta accadendo sulla Montagna di Morcone e su ciò che potrebbe conseguire se si completassero tutte le installazioni eoliche previste o l’impianto di compostaggio rifiuti a Sassinoro. Un Parco Nazionale è tale se preserva la biodiversità, le attività antropiche tradizionali, un’economia sostenibile e una ricchezza di beni, cultura, storia e paesaggio. Avviare oggi un’istruttoria con riunioni tecniche, verifiche ambientali e percorsi di compatibilità con la legge n. 205/2017 aiuterebbe tutti a svolgere al meglio le proprie funzioni ripristinando il primato della programmazione pubblica generale su quelli che Guicciardini chiamava gli “interessi particulari”.”

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