Rudy e Giovanni, pellegrini a due ruote sul cammino di Santiago: ‘Esperienza straordinaria’

Una idea nata quasi per gioco si trasforma in affascinante realtà quando arriva il giorno in cui si pensa a voce alta: “Va bene, lo faccio”. E’ stato così anche per Rodolfo Buonaccorsi, Rudy per gli amici, Vigile del Fuoco di Campobasso con la passione per la bicicletta e la moto, prima di partire alla volta di uno degli itinerari più ambiti nel mondo, il Cammino di Santiago. Si tratta del lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono attraverso la Francia e la Spagna per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell’Apostolo Giacomo il Maggiore. Ora è in marcia insieme al collega Giovanni Di Ioia, anche lui in servizio presso il Comando di Campobasso, e un volontario dei Vigili del Fuoco, Marcello Verile. Contattiamo Rudy al telefono, si trova a Ponferrada quando parliamo con lui, dove sorge il noto Castello dei Templari. Come è nata l’idea? “Da quando ne ho sentito parlare – ci risponde – mi è sempre rimasto in mente questo desiderio ma inizialmente credevo che si potesse percorrere l’itinerario solo a piedi perciò avevo accantonato l’idea in quanto non avevo un mese a disposizione per allontanarmi da famiglia e lavoro. Finché ho visto in una puntata del programma di Rai 3 ‘Alle falde del Kilimangiaro’ alcuni ragazzi percorrerlo in bicicletta e quel desiderio mi si è riacceso. Così ho parlato con un collega e ci siamo organizzati. Abbiamo dovuto spedire le bici al punto di partenza e ci siamo mossi in aereo“. Il 31 agosto, quindi, ci racconta ancora Rudy, è iniziata questa fantastica avventura da Saint-Jean-Pied-de-Port, nel dipartimento dei Pirenei Atlantici, in Francia. Le difficoltà sono iniziate subito. “C‘è un un sentiero madre che va seguito. Abbiamo incontrato sul nostro cammino altri ciclisti, così come moltissimi pellegrini a piedi nonostante sia settembre. Ci hanno infatti detto che in questo periodo il flusso tende a diminuire. Ci sono punti scoscesi e altri più facilmente percorribili. Ad esempio, attraversando i Pirenei in alcuni tratti abbiamo dovuto caricarci in spalla la bici, facendo più difficoltà di chi non aveva questo peso, mentre nei percorsi in pianura siamo certo avvantaggiati ed è per questo che impiegheremo meno tempo. E’ il caso dell’altopiano della Meseta, nella Castiglia e León, noto per le lunghe distese di grano“. Come funziona quindi il percorso? All’inizio ci hanno rilasciato un libricino con le nostre credenziali, di modo che ad ogni tappa viene apposto un sigillo e al traguardo verrà verificato che il cammino è stato effettuato per intero, ci sarà così rilasciato un attestato di partecipazione. Al pellegrino viene rilasciata inoltre una conchiglia, di questo tipo ne troviamo praticamente ovunque nel corso dell’itinerario“. Si tratta delle valve della capasanta, conosciuta anche come pettine di mare o pettine di San Giacomo. Da sempre sinonimo di Santiago fin dai tempi antichi in cui il pellegrino al suo arrivo nella città la riceveva come segno dell’esecuzione del cammino, insieme a bastone e bisaccia la conchiglia era il segno di riconoscimento del pellegrino. Pare che anticamente i pellegrini si cibassero di capesante e ne conservassero il guscio. A proposito di cibo, quando e cosa mangiate? “Lungo l’itinerario ci sono ostelli e ristoranti convenzionati che offrono, fra le altre cose, il Menù del Pellegrino, ognuno con pietanze caratteristiche della zona. Nella Navarra, ad esempio, abbiamo trovato molte cose a base di cipolla. Nel tratto finale, nella Galizia, sappiamo che mangeremo a base di pesce, polipo in particolare. La notte dormiamo in questi ostelli o nei conventi, viviamo in pieno l’intero contesto. Nel corso delle tappe inoltre visitiamo musei e chiese“. Immaginiamo che avete conosciuto altre persone. “Qui praticamente condividiamo le nostre esperienze con persone provenienti da tutto il Mondo. Giovani, anziani, chi viene dal Messico, chi dal Sudafrica. E’ un misto di lingue e culture, qualcosa di straordinario. Riusciamo a comunicare con alcune di queste persone che incrociamo sul nostro cammino, poi il giorno dopo ‘Adios’, ognuno per la sua strada che poi è la stessa ma ad andature diverse. La frase più frequente che sentiamo qui è “Buen Camino”, buon cammino, un augurio reciproco che sostituisce generalmente un arrivederci“. Quando terminerete? “Abbiamo l’aereo di ritorno l’11 settembre, quindi entro quella data dobbiamo aver completato il cammino. Ragione per cui a breve ci rimetteremo in marcia“. E allora: buen camino!

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