Case in affitto e nomi di persone associati alla droga, così i pusher si spartivano la piazza molisana h24. I dettagli dell’operazione “Lungomare”

Il pm D'Angelo: "Non è un giorno di gioia ma questa regione è ancora fatta di uomini liberi"

Ventidue misure cautelari di cui tredici in carcere, tre ai domiciliari, quattro divieti di dimora in Molise e due obblighi di firma, 51 perquisizioni solo questa mattina e circa 1400 condotte di cessione di droga rilevate in cinque mesi, con recuperi di stupefacente da parte dei militari. Sono alcuni dei dati dell’inchiesta “Lungomare” illustrati in conferenza stampa dai Carabinieri presso la Scuola Allievi di Campobasso in presenza del Procuratore della Repubblica Nicola D’Angelo e del Sostituto Procuratore Elisa Sabusco, che ha coordinato le indagini. E’ dal lungomare infatti che è partita nel gennaio 2016 l’inchiesta dei militari del Nucleo Investigativo – col sequestro di 70 grammi di cocaina e 35 di eroina, a Campomarino, a carico di un pregiudicato di San Severo, – condotta con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni, che hanno portato a scoprire e seguire un giro di spaccio di stupefacenti (eroina, cocaina e hashish) fra la provincia foggiana e quella di Campobasso, radicato sulla costa molisana e in continua espansione verso il capoluogo. Fondamentali decine di testimonianze a supporto delle indagini.

Pusher affittavano appartamenti in Molise.

Uno degli elementi di maggiore attenzione da parte dei Carabinieri è stato lo spostamento della piazza dello spaccio da San Severo ai centri molisani. I pusher pugliesi non erano più raggiunti dai consumatori e dagli “intermediari” molisani bensì affittavano appartamenti a Campomarino, Termoli e Campobasso. “In questo modo – ha spiegato il Comandante provinciale di Campobasso, Tenente Colonnello Emanuele Gaeta, – l’attività di spaccio poteva essere effettuata h24, con grandi vantaggi sia di giorno che di notte”. Un modus operandi che per gli investigatori significava aver piazzato piccole basi in Molise.

Droghe associate a nomi di persone, le intercettazioni.

Dalle intercettazioni telefoniche registrate dagli inquirenti si evince come le cessioni di droga avvenivano a seguito di accordi premilinari, durante i quali veniva utilizzato un linguaggio in codice. In particolare i vari tipi di stupefacente erano solitamente associati a nomi di persone. “Nicola” era ad esempio l’eroina, con “Michele” si intendeva la cocaina. Quando gli interlocutori non si capivano o c’era un dubbio da parte di uno dei due, si passava alla descrizione, per far intendere la differenza di colore fra le sostanze: più scura l’eroina, più chiara la cocaina.

L’associazione.

Il sodalizio finito sotto la lente della Procura di Campobasso era composto da sei persone, che rappresentavano il nucleo principale a capo dell’organizzazione, e diciotto partecipanti, che hanno preso parte alle attività di spaccio, sia come “dipendenti stipendiati” addetti alla vendita al dettaglio in Molise, sia come collaboratori nelle attività di approvvigionamento dello stupefacente presso i fornitori pugliesi. Individuati otto fornitori pugliesi nell’ambito dello stesso procedimento. L’attività repressiva ha portato a 16 arresti in flagranza di reato, 7 denunce a piede libero, 20 recuperi di sostanza stupefacente per quasi un chilo di roba sequestrata fra eroina, cocaina e hashish, oltre al sequestro dei veicoli utilizzati dai pusher. Fra le persone raggiunte da misura cautelare ci sono Antonio D’Agnillo, 26 anni di Campobasso, Antonio D’Agata, 56enne di Campodipietra, Emanuel Perrone, 26enne di Campobasso, Michele Di Bartolomeo, 24enne di Campobasso, Monar Alina, 25enne romena. Sempre del capoluogo e dintorno sono coinvolti N.C., 38enne, E.C., 27enne, D.C., 26enne, M.A., 42enne, A.E., 23enne, M.F., 22enne, D.M. 22enne, D.P., 55enne, mentre sulla costa (in particolare Termoli e Campomarino) M.C. 32enne, C.D.S. 41enne, A.M. 38enne, C.P. 29enne, A.P. 26enne, L.S. 39enne, M.P. 50enne.

Pm D’Angelo: “Regione ancora fatta di uomini liberi”

“Non è un giorno di gioia, oggi, perché a monte di un arresto c’è una sconfitta, ma abbiamo avuto la consapevolezza che questa regione è fatta ancora di uomini liberi”. E’ una delle dichiarazioni del Procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo in riferimento all’operazione antidroga che ha portato a una ventina di misure cautelari e alle testimonianze raccolte nel corso delle indagini. “Per fortuna non c’è un problema di omertà in questa regione. Quando tante persone temono di parlare vuol dire che appartengono a un popolo di schiavi”. Il procuratore ha ringraziato i Carabinieri per il loro lavoro e ha speso parole di gratitudine anche verso gli organi di informazione, “che rappresentano un valido supporto nella lotta al consumo e allo spaccio di stipefacenti”.

(nella foto in evidenza da sinistra: il procuratore D’Angelo, il Tenente Colonello D’Agata, il Generale Cerrina, il procuratore generale Rispoli e il sostituto procuratore Sabusco)

 

 

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