Operazione antidroga, le difese puntano a smontare l’associazione

Continuano gli interrogatori

Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari Teresina Pepe il 26enne di Campobasso Emanule Perrone, finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Lungomare” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale. Questa mattina l’interrogatorio di garanzia all’interno del Palazzo di Giustizia del capoluogo, dove l’indagato è stato condotto per essere ascoltato. L’avvocato difensore Carmine Verde non ha presentato alcuna istanza al gip. “Riteniamo che vi siano delle incongruenze nell’ordinanza, dobbiamo valutare l’intero carteggio e probabilmente in una fase successiva ci affideremo al Tribunale del Riesame”. L’avvocato Verde era stato critico nei confronti della misura a carico del suo assistito. “E’ un’assurdità – aveva detto dopo l’arresto – che un ragazzo venga raggiunto da una misura cautelare per una contestazione di cessione di poche decine di grammi di stupefacente”. Al Riesame si è già affidato – tramite il suo legale Angelo Piunno – Antonio D’Agata, attualmente in carcere: l’udienza sarà fissata nelle prossime ore. Sono in attesa del pronunciamento del gip gli indagati che già sono stati interrogati mentre nei prossimi giorni toccherà a quelli con misure di limitazione della libertà meno afflittive. Il collegio difensivo punta a smontare l’associazione a delinquere, analizzando i singoli episodi. Come si ricorderà, sono ventidue le misure cautelari emesse dal Tribunale di Campobasso a carico di molisani e pugliesi.

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