Giornata dei diritti umani, Micone: “C’è ancora da lavorare in Italia e in Europa”

Oggi 10 dicembre ricorre in tutto il mondo la Giornata dei diritti umani. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, avvenuta il 10 dicembre 1948. In occasione del 70° anniversario il presidente del Consiglio regionale del Molise, Salvatore Micone, ha dichiarato:
“Un mondo corrotto dalle contrapposizioni sociali e nazionali, consumato dall’odio razziale e religioso, accecato dalle conquiste di territori e dalle sottomissioni di popolazioni in omaggio a logiche imperialistiche e totalitarie, stremato da una “carneficina” senza pari, faceva approvare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre del 1942, una risoluzione, la n. 217°, in cui si diceva al primo articolo che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. La parte migliore dell’uomo aveva avuto con quel voto la meglio sulla parte peggiore, istintiva, egoistica, aggressiva e animalesca vita dal 1939 al 1945, ma anche su mille guerre precedenti. Questo e molto altro fu la “Dichiarazione universale dei diritti umani”. Un documento a cui dobbiamo tanto come società, come civiltà, come umanità tutta. Un documento che ancora attende di essere attuato in ogni sua parte in diverse aree del mondo, e che ancora, nelle distorsioni della giustizia, della democrazia e della società, non è attuato anche nel nostro Paese e in Europa. Come forze politiche e come istituzioni dobbiamo sentire forte la responsabilità di correggere e prevenire le distorsioni del sistema, come pure dobbiamo sentire altrettanto l’impegno a dare il nostro contributo, con la cooperazione internazionale e con ogni altro mezzo a disposizione, per far si che in tante altre parti del mondo i diritti dell’uomo vengano rispettati in primis dai governi e poi da ogni organizzazione pubblica o privata operante. Questa non è una semplice battaglia, ma una vera e propria guerra alla inciviltà e all’inumanità per la vittoria della quale dobbiamo impiegare senza risparmio le armi dell’istruzione, del dialogo, della persuasione e soprattutto del rispetto delle idee e delle opinioni degli altri. Mi auguro che le scuole di ogni ordine e grado in questo giorno riflettano sulla strada fatta dall’uomo per correggere i suoi istinti negativi e di quanta resta ancora da fare per costruire una civiltà mondiale della fratellanza, della solidarietà e della libertà dei popoli e dei singoli”.

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