Marcia della Pace, 5 tappe per essere vicini a migranti e disoccupati. Bregantini: “Reddito di cittadinanza genera solo assistenzialismo”

Disoccupazione e migranti: sono i due temi su cui l’Arcidiocesi di Campobasso invita a riflettere nell’ambito della Marcia della Pace organizzata per domenica 27 gennaio con inizio alle ore 16,30 e in concomitanza con il Giorno della Memoria. Il programma, presentato all’interno della Curia, è suddiviso in cinque tappe: partenza alle 16,30 in piazza Municipio con l’accensione della lampada per la pace, step successivo davanti al carcere, poi tappa presso la stazione ferroviaria, quindi il piazzale della chiesa del Sacro Cuore e infine la Mensa degli Angeli. In ogni tappa sarà scandito il messaggio del Papa. Un cammino per essere vicini a chi è senza lavoro, a chi ha perso la libertà e chiede una nuova possibilità, a chi chiede aiuto e non riesce a farsi ascoltare, a chi trova le porte delle istituzioni chiuse, a chi è ferito nella propria dignità dall’ingiustizia sociale. Ma c’è anche il tema dell’emigrazione, fra chi parte perché costretto a cercare il proprio futuro altrove e chi chiede accoglienza. Fra i promotori dell’evento ci sono anche la Caritas, la Scuola di Cultura e Formazione socio-politica “G.Toniolo”, la Pastorale sociale del lavoro. Durante il suo intervento, l’Arcivecovo Giancarlo Bregantini si è anche pronunciato sul reddito di cittadinanza promosso dal Governo gialloverde. “Sono contrario e lo dissi già durante un’aduzione in Parlamento nel 2013: è una forma di assistenzialismo e quindi non serve perché il povero resterà povero una volta terminato il contributo e molti si faranno la lotta per accaparrarsene. Sono necessari invece interventi per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro e incentivi a nuove iniziative progettuali”.

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