Battista ‘bis’, l’ago della bilancia sarebbero i movimenti civici. L’alternativa sarebbe un giovane

Mentre il centrodestra discute sul nome del candidato sindaco – ai tre proposti dai movimenti civici si è aggiunto nelle scorse ore quello di Alberto Tramontano della Lega, sponsorizzato dai partiti, – il centrosinistra è impegnato a definire la coalizione in corsa per Palazzo San Giorgio. In teoria, infatti, Pd e alleati il leader già ce l’hanno, il sindaco uscente Antonio Battista, in linea con lo Statuto dei dem che prevede la riconferma dell’amministratore che ha vinto le precedenti primarie ed elezioni. Tuttavia, anche se la leadership di Battista ha retto i colpi delle minoranze e delle voci di corridoio, neanche questo aspetto al momento appare così scontato. In una fase delicata in cui il partito principale della coalizione sta colloquiando con i movimenti civici, la scelta del candidato sindaco potrebbe essere un nodo cruciale sul tavolo delle trattative. Se è vero che partiti e movimenti uscenti che presenteranno una lista alle Amministrative faranno quadrato intorno al primo cittadino, non è detto che i nuovi siano d’accordo. Uno degli esempi lampanti potrebbe essere “Io Amo Campobasso”, il neo movimento nato in vista delle elezioni comunali e composto da 90 firmatari, che sta colloquiando sia col centrosinistra che col Movimento 5 Stelle. Il gruppo civico sta ponendo una serie di condizioni e ha già reso noto il suo programma, nella stipula di un’eventuale alleanza col centrosinistra quest’ultimo si presenterebbe con un nome già pronto. Se ciò non andasse bene Pd e company non potrebbero ignorare il “paletto”. Stesso discorso per “Italia in Comune”, il movimento di Pizzarotti a cui ha aderito Pino Libertucci, consigliere di maggioranza uscente, staccatosi dal Pd. Le primarie visti i tempi tecnici non sono più possibili, salvo sorprese. L’alternativa sarebbe quella di un “avvicendamento” alla vecchia maniera. Da una parte, però, toccare Battista rappresenterebbe un ulteriore rischio, in virtù di quel “patto coi fedelissimi” stipulato a gennaio con la  sua giunta – da cui si tirò fuori solo Colagiovanni – affinché venisse sostenuta anche la sua successiva ricandidatura. La mossa anti transfughi potrebbe tradursi in una sorta di “tana libera tutti” – per riprendere un’espressione di un gioco che si fa da bambini – se il primo inquilino di Palazzo San Giorgio venisse spodestato. Tutto questo non sfugge ai vertici regionali, che stanno ponderando il da farsi. Domani nuovo incontro del Pd con i movimenti civici, martedì l’assemblea del circolo cittadino: in entrambi potrebbero venire fuori le prime importanti risposte. La possibile candidatura di Alberto Tramontano da parte del centrodestra, secondo indiscrezioni, avrebbe spostato la bilancia verso la scelta di una alternativa e molti, che non vedono la figura di Battista vincente, starebbero chiedendo di lanciare un giovane alla guida della coalizione che riesca a competere in una battaglia in cui il centrodestra appare già favorito. Certo è che chiedere al sindaco di fare un passo indietro e scegliere il suo sostituto passando solo attraverso un tavolo, senza primarie, significherebbe rinunciare ad uno strumento con cui Pd e centrosinistra da anni si stanno distinguendo e che piace alla base degli elettori, espressione massima della democrazia seppure non sempre efficace. L’ironia della sorte vuole che Tramontano, qualora fosse davvero il candidato sindaco del centrodestra, rischierebbe di rifilare una piccola “beffa” agli avversari a cui è stato molto vicino negli anni Novanta quando era ancora un ragazzo. E nell’era Massa si candidò nei Ds proprio nella lista dell’ex sindaco.

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