Clamoroso a Palazzo Magno, struttura dirigenziale “azzerata” dal Tar. Illegittimi i provvedimenti dal 2015

I provvedimenti firmati a Palazzo Magno da novembre 2015 ad oggi sarebbero illegittimi e impugnabili. E’ quanto emerge da una sentenza del Tar Molise – la n. 2/2019 – che ha annullato la riorganizzazione dell’organigramma della Provincia di Campobasso disposta attraverso una serie di deliberazioni in applicazione della Legge Delrio che ha previsto fra le altre cose una riduzione del personale. Un pronunciamento arrivato dopo il ricorso al Tribunale Amministrativo da parte di un dirigente dell’Ente di via Roma, ritenutosi penalizzato per essere stato “escluso” dal personale interno e destinato ad altra amministrazione pubblica. Diverse le violazioni rilevate dal dirigente tramite il suo legale, fra cui il mancato rispetto della “maggiore anzianità di servizio” in linea con la Delibera del Consiglio pronvinciale 2/2017. Contestato, quindi, l’ingresso ai suoi danni di due dirigenti provenienti da altro Ente e impugnati una serie di provvedimenti fra cui la deliberazione della Giunta provinciale di Campobasso n. 141 del 14.11.2015 avente ad oggetto “Attuazione legge 56/2014. Personale soprannumerario della Provincia di Campobasso”. Provvedimenti annullati dal Tar Molise, che sulla questione si era già pronunciato con la sentenza n. 464/2016, accogliendo il ricorso del medesimo dirigente. Il presidente della Provincia aveva però confermato i due nominativi a cui si faceva riferimento in fase di impugnazione, generando le condizioni per un nuovo giudizio. Di fatto con l’accoglimento del Tar non solo sarebbe necessario un adegumanto in linea con quanto stabilito dai giudici amministrativi ma i provvedimenti firmati da metà novembre 2015 potrebbero essere oggetto di impugnazione, sia quelli direttamente firmati dai dirigenti, sia atti di giunta e consiglio che hanno tenuto conto di pareri dirigenziali. La Provincia non è rimasta però a guardare e si è rivolta al Consiglio di Stato, che nelle scorse ore ha emesso un’ordinanza attraverso la quale ha fissato l’udienza di merito al 24 ottobre, senza concedere però la sospensiva dell’efficacia della sentenza del Tar, chiesta dagli appellanti.

 

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