Tragedia al Cardarelli, neonata muore durante il parto. Disposta l’autopsia

Ore 14.15. Doveva essere un lieto evento, che avrebbe dovuto riempire di gioia una madre e un padre, ma quell’attesa ormai giunta agli sgoccioli di una notizia fantasica in un attimo si è invece trasformata in una tragedia terribile. La bimba portata in grembo da una donna di circa 30 anni di un paese dell’hinterland campobassano, ricoverata per il travaglio nel reparto di Ostetricia dell’ospedale Cardarelli, sarebbe stata data alla luce priva di vita, al termine di un parto apparentemente senza complicazioni. Pare che la piccola, che sarebbe stata la primogenita per la giovane coppia, non respirasse più quando è stata prelevata dai medici e dopo vari e lunghi tentativi di rianimarla gli stessi non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Il triste episodio si è verificato nella giornata di ieri – la notizia è trapelata nelle ultime ore – e ha scosso anche i dipendenti dell’ospedale, oltre che i genitori, i loro familiari e la comunità dove la coppia vive. Sul corpicino della bimba è stata disposta l’autopsia. “Si è trattato di un parto naturale – ci spiega al telefono il direttore sanitario Asrem Antonio Lucchetti, – purtroppo la piccola è venuta alla luce già priva di vita. Il ginecolo aveva fatto tutte le opportune verifiche per procedere al parto naturale, al minimo sintomo o segnale di complicazione, infatti, è tenuto ad optare per un cesareo“. Ora saranno l’esame autoptico e la magistratura a fare chiarezza su quanto accaduto. “E’ stato lo stesso personale medico ad averlo richiesto, il parto era proceduto in maniera regolare fino al tragico riscontro“. Secondo quanto riferito dalla struttura sanitaria, il battito della piccola era regolare e il travaglio non presentava elementi che destassero preoccupazione nei camici bianchi. Anche il parto, naturale, è proceduto regolare e il peso della bimba era buono. Non è escluso che possano essere sorti problemi imprevisti e con effetti talmente veloci da non poter evitare il peggio. Sarà l’indagine approfondita a dare una risposta che chiedono prima di tutto i genitori, per quanto essa non potrà mai colmare un dolore così grande.

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