Ricercatori sempre più precari e fondi ancora insufficienti, lo studio di due giovani campobassani nella relazione del Cnr presentata a Roma

Ci sono anche i nomi di due ricercatori campobassani nella “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia” curata dal Cnr e presentata questa mattina a Roma presso la Sala Convegni dell’istituto di piazzale Aldo Moro a cui hanno preso parte, fra gli altri, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Si tratta del 38enne Lucio Morettini, dell’Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile (IRCrES-CNR), autore del capitolo “La struttura demografica dei ricercatori italiani: come procede il ricambio generazionale?“, e il 36enne Raffaele Spallone, dell’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie (ISSIRFA-CNR), autore del capitolo “La domanda pubblica di innovazione: verso un piano d’azione per il procurement di ricerca e sviluppo in Italia“. “La partecipazione a questo rapporto ha permesso di affrontare elementi che di solito rimangono sullo sfondo del dibattito relativo alla ricerca in Italia ma che in realtà minano alla base il sistema della ricerca“, ha commentato Morettini. “Ad esempio si parla sempre più spesso di ‘precari della ricerca’ ma l’analisi riportata nel rapporto mostra come negli ultimi 15 anni non solo sono fortemente aumentati i precari sul totale dei ricercatori ma anche come all’interno di questa categoria sono cresciuti in maniera sensibile i precari con età superiore ai 45 anni, rendendo difficile il ricambio generazionale“. Secondo quanto emerge dalla relazione, migliorano, in misura però insufficiente, i dati della spesa per Ricerca e Sviluppo in rapporto al Pil, degli stanziamenti pubblici, dei ricercatori in rapporto alla forza lavoro, del divario di genere, del saldo commerciale tecnologico e dei brevetti. Si conferma il quadro positivo della produzione scientifica dei ricercatori italiani. Anche se l’Italia è fermamente integrata nei Programmi Quadro dell’Unione Europea, il contributo versato dal Belpaese continua ad essere superiore a quanto effettivamente riesce ad ottenere con i progetti di ricerca aggiudicati. Non ci sono invece segni di miglioramento per quanto riguarda l’età media dei ricercatori italiani. Nel complesso, la posizione italiana resta quindi lontana dalla media Ue e dai competitor europei. “Occorre una politica di reclutamento regolare, programmata, garantita”, ha osservato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio.

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