Mondo dei giornalisti in subbuglio, sei consiglieri si dimettono. Ordine commissariato

Mondo del giornalismo locale in subbuglio dopo le dimissioni presentate nelle scorse ore da sei consiglieri dell’Ordine del Molise per quelli che apparirebbero come forti attriti interni col presidente. Una decisione che, unita ad altre dimissioni avvenute nei mesi precedenti, comporteranno il naturale commissariamento in quanto non sussiste più il numero sufficiente per legge affinché l’attuale Consiglio possa restare in carica. A motivare quanto successo sono stati gli stessi consiglieri in una nota. “Abbiamo rassegnato le dimissioni dal Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Molise (Bertoni, Cannarsa, Di Matteo, Di Vincenzo, Lupo e Sticca)“, si legge in una nota. “Una decisione sofferta ma ormai inevitabile, non condividendo l’operato della presidente Giuseppina Petta. Lamentiamo la mancata collegialità delle scelte assunte, alcune delle quali a noi persino sconosciute, che potrebbero esporre l’Ente a procedimenti giudiziari di cui non si condivide assolutamente la motivazione. Giacché questi nostri rilievi sino ad oggi sono stati inutili, nonostante atti gravi e importanti (dimissioni del vicepresidente a febbraio e a novembre del tesoriere), è solo nell’interesse dei colleghi che abbiamo rimesso il mandato. Sottolineiamo, infine, che i due consiglieri che restano in carica, insieme alla Presidente, non garantiscono più il cosiddetto numero legale per la prosecuzione della consiliatura. Le dimissioni sono state formalizzate nella serata di ieri all’Ordine dei Giornalisti del Molise, al Consiglio dell’Ordine nazionale, alla Procura Generale della Repubblica di Campobasso e al Ministero della Giustizia, organo vigilante degli organismi di categoria“. Non si è fatta attendere la risposta del presidente, Pina Petta, che contesta le motivazioni della decisione e le accuse contro di lei. “E’ stata scritta una brutta pagina della storia dell’Ordine dei Giornalisti del Molise“, afferma Petta. “Le dimissioni di sei consiglieri, di fatto, bloccano ogni attività. Ritengo che le dimissioni siano arrivate in un momento delicato per la vita amministrativa dell’Odg a pochi mesi dalla scadenza naturale del nostro mandato. Pur non giustificandola, rispetto la decisione assunta dai colleghi e sono in costante contatto con il Consiglio Nazionale, in attesa delle decisioni che assumerà il Ministro della Giustizia come organo vigilante al quale ho inviato gli atti. Non nascondo la mia amarezza ma esterno anche tanta serenità sapendo di aver sempre operato nel rispetto dei principi etici, di legalità, di trasparenza solo nell’interesse della categoria. Chi ha ritenuto di presentare le dimissioni si è assunto una grande responsabilità perché l’arrivo di un Commissario determina costi non indifferenti che graveranno sul bilancio dell’Ordine e dunque su tutti gli iscritti. In ogni caso contesto apertamente quella che sarebbe la nota inviata dai sei consiglieri dimissionari agli organi di stampa e precisamente contesto quanto addebitatomi che, a loro dire, costituirebbe la ragione esclusiva delle dimissioni. Ritengo assolutamente infondate e pretestuose le giustificazioni addotte che, invero, sembrano avere solo l’obiettivo di voler addebitare al Presidente dell’Ordine responsabilità insussistenti. Tutelerò la mia persona e la mia immagine professionale nelle sedi opportune“.

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