Coronavirus, assalto ai pullman a Roma e fuga verso il Molise ma senza controlli

Dopo l’assalto ai treni per ritornare al Sud verificatosi alcuni giorni fa in Lombardia – prima che entrasse in vigore il decreto restrittivo del Governo che ha indicato tutta l’Italia zona protetta – una scena simile si è verificata ieri mattina a Roma, alla stazione Tiburtina, con resse di persone pronte a prendere i pullman per rientrare in Molise, così come in Abruzzo, Campania e Calabria. L’ondata è partita già dalle prime ore del giorno, con video a riprendere la scena circolati sui social. Ieri, essendo stato il primo giorno di entrata in vigore delle nuove misure restrittire per l’intera penisola, che ha quindi coinvolto anche il Lazio, in massa principalmente studenti e lavoratori fuori sede si sono riversati al terminal, con la Capitale che si è fatta trovare impreparata sul fronte controlli, almeno a Tiburtina, in quanto pare che alla stazione Termini, essendo primo scalo ferroviario, non ci sia stata altrettanta superficialità. Chi si muove, si sa, non solo da regione a regione ma anche da comune a comune, deve essere munito di autocertificazione, motivando il suo spostamento con ragioni importanti (lavoro, salute, motivi necessari). Alla stazione Tibus, invece, che serve annualmente milioni di pendolari, le autocertificazioni – come scrive Il Messaggero, presente sul posto – non sono pervenute perché nessuno le ha chieste ai passeggeri che, a loro volta, in un caso su due, non avrebbero avuto nulla da mostrare. Pochi i cittadini coscienziosi che avevano scaricato dal sito del Ministero dell’Interno il documento e l’avevano compilato.

(foto e fonte Il Messaggero, frame estratto da video)

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