Coronavirus, troppi assembramenti in carcere. Antigone e Cittadinanzattiva chiedono accelerazione udienze e misure alternative per i detenuti

Le associazioni ANTIGONE MOLISE e CITTADINANZATTIVA MOLISE, in una lettera indirizzata al presidente del Tribunale di Campobasso di Sorveglianza, oltre che alla Garante regionale dei diritti della persona, chiedono che vengano svolte le udienze riguardanti i detenuti e che vengano adottate misure in linea con l’attuale emergenza Covid-19 con riduzione della popolazione carceraria anche al fine di evitare gli assembramenti. “Premesse – si legge nella lettera – le attuali condizioni di detenzione in sovraffollamento cui versano attualmente le persone detenute negli Istituti di pena molisani, nei quali per ragioni oggettive non può essere praticato il “distanziamento sociale” tra detenuti e tra detenuti e personale della polizia penitenziaria, così come imposto dalla legislazione emergenziale volta a contenere il contagio da covid-19; premesse le disposizioni del D.L. n.18 del 17 marzo 2020 di modifica della L.199/2010 riguardante la detenzione domiciliare speciale; ritenuto che tali disposizioni allo stato si rilevano comunque inidonee a garantire il diritto alla salute di tutti coloro che operano all’interno delle strutture carcerarie del Paese e della regione Molise in particolare, come d’altra parte confermato dall’incremento esponenziale di contagi nelle strutture carcerarie; ritenuto altresì che, solo rendendo i numeri della popolazione carceraria compatibili con la capienza delle carceri e dunque risolvendo il problema del loro cronico sovraffollamento, le condizioni della detenzione sarebbero rispettose della dignità umana e diritti fondamentali delle persone detenute cosi come scolpiti dalla Costituzione e dalla CEDU, e ribaditi in plurime pronunce dalla Corte di Giustizia Europea
CHIEDONO
all’Ill.mo Presidente del Tribunale di organizzare le attività del Tribunale stesso al fine di garantire comunque la fissazione e lo svolgimento di udienze monocratiche e collegiali, in modo da rispondere, altresì, nel più breve tempo possibile alle istanze provenienti dalle persone detenute e
di farsi istante e garante dinanzi al Ministero di Giustizia e DAP di
misure e provvedimenti più incisivi e non più rinviabili di riduzione e deflazione della popolazione carceraria, in adesione e salvaguardia sostanziale dei principi costituzionali e sovranazionali di salvaguardia dei diritti dell’uomo, in un’ottica di reale e concreta professione di etica morale e sociale per la tutela dei diritti delle persone”.

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