Coronavirus, il Vietri sarà centro Covid del Molise. Proposta la creazione di un istituto interregionale di Malattie Infettive

Il Vietro di Larino sarà centro Covid regionale. La decisione è stata presa all’ultimo tavolo permanente per la gestione della pandemia in Molise su proposta del commissario ad acta alla sanità Angelo Giustini. Il Vietri, che ultimamente è stato oggetto di ristrutturazione inizialmente per ospitare pazienti no-Covid e al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica proprio per la sua destinazione, riacquista un ruolo di punta nella sanità regionale. “Apprendo con grande soddisfazione la decisione presa dal tavolo permanente, in linea sia con la tesi del sottoscritto che con il ministro della Salute, ossia di dotare il nostro territorio di un ospedale Covid che sia separato dagli ospedali ordinari“, commenta il consigliere regionale Michele Iorio. “Il commissario Giustini è andato oltre e, partendo dalla tesi che ormai sostengo ininterrottamente dal 5 marzo scorso, ha suggerito anche la trasformazione del Vietri di Larino in un istituto per malattie infettive a carattere interregionale. Così, dopo ritardi, indirizzi politici inapplicati, silenzi enigmatici e inspiegabili prese di posizione contrarie, anche il Molise ha il suo ospedale per la pandemia. L’ok da parte della Task force arriva in un momento cruciale, quello dell’inizio della così detta fase 2, che se da un lato ci appare come la riapertura di una gabbia, dall’altro porta con sé una serie di pericoli che si riassumono nell’espressione contagio di ritorno. Il primo pensiero che ho avuto, meglio tardi che mai, è stato l’impulso di un uomo che guarda al passato. Invece il nostro sguardo deve essere rivolto sempre al futuro per cui lancio oggi un altro appello: bene la decisione, adesso però non si può perdere altro tempo perchè è necessario riaprire subito la rianimazione al Vietri, attivarsi per rendere esecutivo al più presto il nosocomio di Larino, e far tornare operativo il Cardarelli di Campobasso per le patologie ordinarie e tempo dipendenti sfruttando la riapertura di Venafro per i pazienti lungodegenti“.

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