Covid-19. Mascherine, farmacie sold out per il boom di richieste. Il dottor Giampaolo: “Attenti a cosa indossiamo”. Pro e contro delle protezioni

La formale ripartenza del 4 maggio ha generato una nuova impennata della richiesta di mascherine. In diverse farmacie di Campobasso i dispositivi di protezione delle vie aeree sono già sold out e i gestori sono in attesa di ricevere i nuovi lotti. “Avrò la nuova disponibilità a giorni, forse la prossima settimana“, risponde il dottor Nicolangelo Giampaolo (nella foto in alto), titolare della farmacia di Villa Flora, a tante persone che dalla soglia gli fanno tutti la stessa domanda. In pochi minuti ne abbiamo contate una decina. “Ne avrei vendute centinaia oggi“, commenta a voce alta. Questo prodotto o strumento o qualunque altro termine vogliamo utilizzare è diventato un po’ l’ossessione del momento e fra poco potrebbe persino diventare una moda, al pari di un altro indumento, visto che per le prossime settimane, forse per mesi, sarà una componente necessaria della nostra routine (e del nostro look).

Ma non dimentichiamo che prima di badare alle apparenze, estetiche e di ligi cittadini, dobbiamo prima pensare a tutelare effettivamente la nostra salute e quella degli altri. Le mascherine non ci salvano al 100% dal contagio ma un buon utilizzo contribuisce a ridurre la probabilità di contratte o trasmettere, se positivi inconsapevoli, il virus. Il boom di richieste non è casuale dal momento che questa settimana è iniziata la fase 2 con l’allentamento delle restrizioni e maggiore libertà di movimento. Girando per la città si può notare come ogni cittadino indossi la propria mascherina, ognuna diversa per forma e materiale. Ma qual è il tipo che ci protegge davvero? Nessuno al 100%, diciamo piuttosto che alcune sono più sicure di altre. C’è però da considerare anche e soprattutto il contesto. Quelle che vengono maggiormente richieste sono le mascherine da 50 centesimi, prezzo imposto dal Governo, ossia le mascherine chirurgiche, consigliate per uso comune e per il semplice cittadino che deve recarsi in strada, al supermercato, al lavoro. Le chirurgiche non hanno azione filtrante inspiratoria ma evitano di contagiare gli altri se siamo infetti. Ecco l’importanza di indossarla tutti.

Dobbiamo immaginare di essere tutti potenziali portatori del virus“, afferma Giampaolo. Il problema è che le mascherine chirurgiche sono (o dovrebbero essere) mono uso perché la loro efficacia è stimata in circa 4 ore, poi il materiale che le compone tende a deteriorarsi. Qualche ora in più durano le Ffp3 e Ffp2 che hanno una buona azione filtrante in fase inspiratoria, ma solo quelle senza valvola anche in fase espiratoria (quelle con la valvola sono utilizzate pertanto dal personale sanitario). In un Paese che non è abituato a produrre mascherine e che ha dovuto ricorrere all’importazione dall’estero o si è affidato al fai-da-te, sin da marzo si è creato un business su questi dispositivi. L’intervento del Governo ha inteso regolamentare questo mercato in un periodo in cui ci si sta avviando verso la normalità e le mascherine sono e saranno di uso quotidiano. Le richieste anche nel capoluogo molisano sono tante, qualcuno vorrebbe prenderne interi pacchi. “Stiamo aspettando che la filiera si adegui alla richiesta“, ci informa il farmacista di Villa Flora. Ma quanto ci costa ogni mese questa tutela? Se per assurdo uscissimo una volta al giorno, 30 mascherine chirurgiche peserebbero 15 euro al mese sulle nostre tasche, il doppio se uscissimo 2 volte al giorno.

Se ci munissimo di dispositivi più sicuri, che hanno anche un costo diverso, la spesa potrebbe essere persino dieci volte maggiore. “Tanto vale – aggiunge il dottor Giampaoloutilizzare protezioni in stoffa. Come? Due strati di cotone, uno sull’altro, fra i quali inserire del materiale filtrante, ad esempio una garza. Quest’ultima andrà di volta in volta cambiata, mentre la stoffa lavata“. Un blocco di mascherine in stoffa potrebbe arrivare nella sua farmacia già domani e ognuna di loro potrà essere riutilizzata – da chi ne fa uso – per diversi giorni. Ma la mascherina in sé non basta. Serve anche un suo corretto utilizzo, e altre misure preventive, o l’effetto sarà persino controproducente. “Purtroppo sto vedendo tanta superficialità. Le mascherine una volta indossate non vanno toccate. Se ad esempio tocco la maniglia di una porta che hanno toccato centinaia di persone e poi porto la mano alla mascherina, tipo per spostarla, a prescindere che io indossi i guanti o mi trovi a mani nude, mi sto esponendo ad un rischio fortissimo perché potrei aver preso e trasportato verso il volto non solo o per forza il coronavirus ma anche altri virus o batteri. E con l’umidità, lo sappiamo, gli stessi proliferano“. Giampaolo è dubbioso. “Dobbiamo rispettare le distanze e a mio avviso un metro non sarebbe neanche sufficiente. E poi: quanti utilizzano le mascherine correttamente? Il problema è che vedo persone che non le indossano. O che le abbassano sotto al mento. Vedo assembramenti. Se non stiamo attenti fra 15 giorni rischiamo un secondo lockdown“.

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