Boom di contagiati, comunità rom bersagliata dai social. Ma loro non ci stanno: “Non siamo untori, linguaggio contro di noi da Medioevo”

La presidente Ucri: "E' il momento della solidarietà e dell'assistenza, non dell'odio"

E’ il momento della solidarietà e della pronta assistenza sanitaria ai contagiati e non dell’odio razziale“. La comunità rom non ci sta alla caccia all’untore e alle pesanti accuse subite soprattutto sui social dopo lo scoppio di casi di Covid-19 degli ultimi due giorni a Campobasso – 50 fino a ieri sera – e dell’episodio che ha scatenato la polemica, ossia un corposo assembramento di persone per lo scambio di condoglianze davanti ad una abitazione che potrebbe aver costituito motivo di allargamnto del contagio. Ad intervenire è Concetta Sarachella, presidente dell’associazione “Rom in progress” e della “Unione Comunità Romanès in Italia”. “Sono bastati alcuni articoli sul rischio di recrudescenza del Covid 19, volgarmente noto come coronavirus, articoli che menzionavano il termine etnia Rom, riferito ad alcuni cittadini di Campobasso, in relazione ad un caso di diffusione del contagio, per far ripiombare un’intera comunità in quello che noi chiamiamo l’anno zero: l’odio determinato da quel mix micidiale di paure ancestrali e di ignoranza, che spingono ad identificare in una minoranza, già da troppi anni ghettizzata ed emarginata, la responsabile della diffusione del contagio, e che ci ricorda tanto da vicino quei tempi, che si pensavano definitivamente archiviati ma che evidentemente sono ancora presenti nella memoria collettiva, e che vedevano nell’ebreo l’avvelenatore dei pozzi, il capro espriatorio untore e responsabile della peste nera ai tempi del Medioevo e oltre. E’ evidente che l’atteggiamento discriminatorio nei confronti della popolazione Rom è pronto ad esplodere in ogni momento, non appena si evochi il termine “etnia Rom” e che putroppo è sempre associato dagli organi di stampa ad eventi spiacevoli. E quanto mai necessario agire con tempestività al fine di evitare fenomeni ulteriori di ghettizzazione ed istigazione all’antiziganismo e di agire uniti e risoluti in questo momento delicato e difficile. Tengo inoltre a precisare che come tutti i cittadini, anche i rom, cittadini italiani, hanno rigidamente rispettato le regole. Coloro che non hanno rispettato le decisioni del governo per il bene di tutti si distinguono, non in base all’origine culturale, ma solo e soltanto sulla base della mancanza di senso civico. A tal proposito, poichè migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade, molti ammistatori hanno dovuto porre rimedio, ed anche il nostro sindaco di Isernia ha limitato l’accesso alla località Le Piane, non a causa del comportamento di alcuni elementi della comunità Rom, ma a causa dei vari assembramenti avvenuti dagli ultimi giorni. Voglio infine ribadire, a partire da me stessa, che l’importanza del rispetto delle regole imposte è determinante per la tutela di noi stessi e degli altri e per il superamento di questa grave emergenza“.

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