Il Molise “che non esiste” torna alla ribalta nazionale per la “leggerezza” dei rom. Titoloni e tv parlano di noi

Il Molise dimenticato, snobbato e deriso, torna alla ribalta nazionale quando succede l’episodio che fa notizia. E il boom di positivi al Covid-19 a Campobasso negli ultimi giorni ha fatto guadagnare alla nostra regione titoloni sui media nazionali e dirette tv che ci dipingono come l’unica con la linea di contagi in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Purtroppo la leggerezza commessa dalla comunità rom, per intenderci quella del 30 aprile in occasione dello scambio di condoglianze per un defunto che ha comportato l’assembramento di decine e decine di persone, è finita nell’occhio del ciclone dell’opinione pubblica e ha generato numerose polemiche sulle responsabilità dei controlli. Dal Corriere della Sera a Tgcom, dalle trasmissioni Rai a Canale 5, ognuno ha dedicato spazio a quello che sta succedendo a Campobasso. Questa mattina il sindaco Roberto Gravina, duramente attaccato politicamente e criticato da una parte della popolazione perché ritenuto corresponsabile sul fronte controlli, è intervenuto nel corso della puntata “Storie Italiane” su Rai Uno. “Le responsabilità non sono da addebitare al sottoscritto perché l’amministrazione comunale ha fatto tutto quello che c’era da fare” ha risposto Gravina. “Ci siamo attenuti alle comunicazioni di ordine pubblico, evidentemente chi doveva vigilare prima non lo ha fatto”. Va ribadito che l’episodio del 30 aprile potrebbe non essere l’unico potenziale momento di trasmissione del virus fra componenti della comunità rom. Una giovane 25enne, ossia il primo caso registrato la scorsa settimana, sarebbe rientrata dal Nord nelle settimane precedenti mentre sarebbero al vaglio degli inquirenti, come detto anche nel corso della trasmissione, alcuni video di riunioni familiari registrati nei giorni antecedenti all’episodio “incriminato” e circolati su alcuni social. A “Storie Italiane” è intervenuto anche Massimo Converso, presidente di Opera Nomadi, ammettendo l’errore del 30 aprile ma affermando che al di fuori di quell’episodio i campobassani di etnia rom hanno rispettato e rispetteranno le prescrizioni anti Covid (video in basso).

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