Cinquant’anni fa le prime elezioni regionali, Micone: “Recuperare quell’entusiasmo di fronte alle urne”

Oggi ricorre il 50esimo anniversario dello svolgimento delle prime elezioni regionali in Molise, quando 188mila molisani furono chiamati alle urne per eleggere il primo Presidente e il primo Consiglio regionale, dopo il distaccamento dell’Abruzzo (al vertice della Regione venne poi eletto Carlo Vitale). Nell’occasione il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Domenica 7 e lunedi 8 giugno 188.806 molisani, l’80,7% degli aventi diritto, come gli abitanti delle restanti 19 regioni, furono chiamati per la prima volta alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Consiglio regionale. Per i molisani questo appuntamento fu di doppia importanza storica: da un verso si dava compimento al sistema regionalista disegnato dalla Costituzione, dall’altro si rendeva operativa la conquista dell’autonomia regionale raggiunta nel 1963 con grande sforzo istituzionale, politico e sociale dall’intero antico contado di Molise. Veniva così eletto il primo “parlamento” regionale, in cui trovavano rappresentanza (ad eccezione del Psiup) tutti i partiti che si erano presentati alle elezioni. Iniziava così un’avventura che avrebbe portato quel consesso, che vide la presenza diretta e fattiva di esponenti politici di varia estrazione sociale, di grosso spessore politico e di grande cultura ed esperienza nelle professioni e nei mestieri, a ideare nelle successive 12 legislature politiche agricole, industriali, sanitarie, turistiche sociali e culturali. 30 Consiglieri che rappresentavano forze partitiche che in quella primavera del 1970 si erano contesi il governo della neonata regione sulla base di programmi differenti, a volte diametralmente diversi, ma tutti permeati dall’entusiasmo dell’inizio di una nuovo libro di storia istituzionale di un organo territoriale che negli anni avrebbe visto grandemente accresciuti i propri poteri e la capacità organizzativa ed operativa. Il Molise del 2020 non è certo quello del 1970, la società è cambiata, il mondo intero è mutato. Le sfide da affrontare sono diverse, i margini di operatività, per tante ragioni, sono modificati. L’assetto politico di allora, anche nelle strutture di partito, trova ben poche similitudini in quello attuale. Entrambi frutto di un percorso politico istituzionale evoluto con il tempo e in analogia agli altri soggetti con cui si è stati chiamati ad interagire in ambito nazionale ed europeo. Resta oggi, come allora, quell’inquietudine per un futuro incerto che l’ente territoriale regionale è chiamato da un lato a rappresentare, dall’altro a porvi soluzioni realistiche e confacenti ai bisogni quotidiani di cittadini e imprese. Come Consiglio regionale del Molise, in accordo con la Conferenza delle Assemblee legislative italiane, all’inizio dell’anno avevamo immaginato una serie di attività e appuntamenti culturali ed istituzionali per ricordare questo anniversario, per commemorare questi 50 anni di regionalismo in Italia e in Molise. Iniziative per fare il punto sulla strada percorsa, sui risultati ottenuti, sui problemi riscontrati e per tracciare una nuova rotta nel terzo decennio del XXI secolo. Il mondo, però, nel volgere di pochi mesi ha avuto una evoluzione sostanziale; l’arrivo del Covid 19 ha stravolto tutti i piani. Il Paese e la regione si sono dovuti fermare a ripensare ad ogni appuntamento, ad ogni attività, ad ogni programmazione a breve e medio tempo. Resta però l’impegno a riflettere sul regionalismo di ieri e su quello di oggi; a ricordare le conquiste raggiunte e ad analizzare le incompiute; a pensare ai programmi di domani e a pianificare come affrontare le sfide che abbiamo innanzi. Un confronto che dobbiamo svolgere sia sul piano culturale, che istituzionale e quindi politico. Lo faremo con gli strumenti che oggi, con l’emergenza pandemica in corso, ci sono dati in uso. Cercheremo di coinvolgere quanti più soggetti possibile. Come prima cosa proporrò alla Conferenza dei Capigruppo consiliari di tenere una seduta dell’Assise regionale il prossimo 30 giugno, giorno in cui 50 anni fa si insediava il primo Consiglio regionale eletto dai molisani il 7 e l’8 giugno precedenti. Una seduta che vorrà essere certo commemorativa, ma anche propositiva su cosa ci aspettiamo da questa autonomia regionale, su come la intendiamo difendere, su come essa deve poter incidere sui problemi che abbiamo innanzi e su quale rapporto intendiamo avere con lo Stato e le altre autonomie. Il tutto in un contesto europeo e internazionale in sempre maggiore evoluzione. Come Presidente della stessa Assemblea regionale che ebbe vita il 7 e l’8 giugno 1970, mi auguro, anche a nome di tutti i Consiglieri regionali attuali, continuatori dell’opera dei loro predecessori, che oggi ogni molisano risenta forte l’entusiasmo che i nostri genitori posero nell’andare alle urne quella domenica di 50 anni fa per scrivere una nuova storia della propria terra, utilizzando una nuova e più vicina matita istituzionale: il Consiglio regionale. Di storia quella matita ne ha scritta tanta. Nei molti momenti difficili e complessi che questo lembo d’Italia ha vissuto negli ultimi 50 anni – terremoti, alluvioni, siccità, nevicate eccezionali, incidenti, sciagure di ogni genere – il Consiglio regionale è stato sempre al fianco dei molisani. Nell’Aula consiliare, come nel resto della regione, si è gioito nelle occasioni felici e pianto in quelle drammatiche. Quando è stato necessario, l’Assise legislativa ha saputo dare prima solidarietà, quindi condivisione e dunque ha programmato e attuato interventi, anche legislativi o amministrativi, che ci hanno sempre portati a superare le difficoltà. Oggi dobbiamo avere fiducia in noi stessi e, guardando al passato, essere sicuri che sapremo ancora trovare la strada giusta per superare le oscurità e continuare a fare la nostra storia e quella dell’Italia intera”.

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