Incassava i soldi dei clienti ma non li versava ai creditori, 200 persone truffate rischiano lo smacco. Troppi rinvii, prescrizione dietro l’angolo

Aveva truffato quasi duecento persone facendo loro credere di espletare servizi postali, a titolo di privato concorrente di Poste Italiane, attraverso la sua attività che aveva aperto a Termoli. Soldi versati allo sportello dai clienti per pagare servizi di vario genere ma mai finiti nelle casse degli enti e delle aziende erogatrici, trattenuti illecitamente dal gestore dell’attività, un 50enne di Casacalenda. Nonostante l’apertura del processo penale presso il Tribunale di Larino, per le vittime della truffa aggravata l’azione legale potrebbe concludersi con un clamoroso smacco. Per via di una serie di difetti di notifica nella giornata di ieri c’è stato l’ennesimo rinvio di udienza, aggiornata dal giudice Elena Di Brino addirittura a maggio del prossimo anno, quando probabilmente il presunto reato andrà in prescrizione. Gli episodi infatti risalgono ad un periodo precedente al 2014 e i tempi di prescrizione per la truffa aggravata corrispondono generalmente a sei anni. Le parti civili, ben 198, devono attendere l’esito del processo penale per l’eventuale accertamento della responsabilità dell’imputato al fine della semplice quantificazione del danno e del risarcimento in sede civile. In caso di mancata condanna gli ignari clienti che, stando alle carte dell’accusa, avevano affidato i loro soldi al 50enne dovrebbero aprire un giudizio civile a parte, chiedendo in quella sede l’accertamento di responsabilità, con i tempi della giustizia ormai noti e molti protrebbero rinunciarvi. “Ho intenzione di presentare una istanza per l’anticipazione dell’udienza – commenta l’avvocato Fabio Del Vecchio, legale del Codacons, associazione che tutela i diritti dei consumatori. – E’ necessario arrivare quantomeno all’esito del processo di primo grado prima che intervenga la prescrizione“. Il rischio insomma è che il tutto si concluda con un nulla di fatto e se anche ci fossero gli estremi per riconoscere la penale responsabilità dell’imputato potrebbero non esserci né condanne né risarcimenti.

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