Il parcheggio “abbandonato” di piazza Venezia in balia di erbacce e rifiuti, Lanza (Azione Civile): “Diventi un parco per i bambini del quartiere”

Un’area sosta con decine e decine di posti auto gratuiti ma costantemente semivuota o comunque occupata per meno della metà potrebbe essere trasformata in un parco verde destinato ai residenti della zona, bambini in particolare. La proposta è di Azione Civile, il nuovo movimento fondato dall’ex magistrato Antonio Ingroia e che ha come referente regionale per il Molise Nicola Lanza, e fa riferimento al parcheggio che si trova alle spalle degli edifici di piazza Venezia a Campobasso (accesso da via Venezia). Molti campobassani probabilmente neanche ne conoscono l’esistenza. Di fatto il parcheggio è il frutto di una riqualificazione di alcuni anni fa destinato ai dipendenti della Regione, con tanto di videocamere. Poco sfruttato, le precedenti amministrazioni municipale e regionale hanno siglato un accordo per il riaffidamento dell’area al Comune che l’ha messa pubblicamente a disposizione dei cittadini.

Ma nel tempo erbacce e rifiuti hanno iniziato a prendere forma, aggiugendo un pizzico di degrado ad un punto di sosta che continua ad essere una comodità per pochi. “E’ una vergogna per una città che col cambio di amministrazione avrebbe dovuto mettere al centro la comunità e i cittadini“, commenta Lanza che questa mattina ha tenuto un incontro con la stampa. Il portavoce racconta come l’area sia stata sfruttata man mano dai bambini che nei paraggi non hanno un punto di svago. “Dal momento che come parcheggio non ha avuto successo, tanto vale trasformarlo in un parco che unisca i bisogni di un intero quartiere, restituendo quell’infanzia negati ai bambini di questa parte della città“. Sarebbe uno dei tanti potenziali punti di partenza al fine di perseguire gli obiettivi proposti da Azione Civile. “Da tempo i cittadini chiedono un cambiamento. Dobbiamo muoverci in direzione di una città più ecocompatibile, a misura d’uomo e meno di macchina. Bisogna sviluppare le corsie ciclabili, recuperare gli spazi urbani, le zone di confronto. La città deve ritrovare se stessa o continuerà a vedere le proprie risorse umane fuggire altrove“.

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