Roulette e spettacolo, quando finzione e realtà coincidono: grandi personaggi famosi con la passione per il gioco non solo nei film

Chi ha avuto modo di frequentare il mondo dei casinò avrà senz’altro avuto occasione di cimentarsi con il blackjack, si sarà seduto ad un tavolo di poker o avrà provato l’ebrezza di tirare almeno una volta la maniglia di una slot machine sperando di centrare un ricco jackpot milionario. Tuttavia uno dei giochi principe di queste ultime trincee del ‘900 in tutto il mondo resta senza ombra di dubbio la roulette, un autentico must per i più navigati frequentatori dei casinò. Pare che ad inventare questo celebre gioco sia stato il filosofo e matematico francese Blaise Pascal, uno studioso a tutto tondo che si occupò anche di fisica e teologia e che fu un grande amante dei rompicapo e degli enigmi scientifici. Per dimostrare la teoria del moto perpetuo, il genio d’oltralpe volle creare un marchingegno con cuscinetti a sfera molto simile, almeno a livello tecnico, alle moderne macchine con la pallina presenti un po’ ovunque nei maggiori hub del gaming a livello nazionale e internazionale, da Las Vegas a Venezia. In virtù di questa leggenda i francesi amano attribuirsi l’invenzione della roulette, sebbene sembra più probabile che questo passatempo sia stato invece sviluppato sulle orme del biribissi o biribis, un gioco italiano che insieme alle caratteristiche della moderna roulette (si utilizzava un tavolo per le puntate con colori e numeri decisamente simili rispetto alla variante attuale) estraeva numeri e combinazioni vincenti con il bussolotto della tombola invece che con l’ormai diffusissima ruota girevole.

Tra i più famosi appassionati di roulette che la storia ricordi merita senz’altro una menzione Ian Fleming, il giornalista, scrittore ed ex militare britannico che creò la saga romanzesca di James Bond. Lo stesso Fleming mischiando realtà e fiction e forse ispirandosi anche alla sua esperienza di vita vissuta pose più volte 007 all’interno di un casinò, dipingendo l’agente segreto più famoso del mondo non solo come un grande esperto di questa attività ludica ma anche di tanti altri grandi classici del tavolo verde, dal poker allo chemin de fer. Curiosamente anche Sean Connery, il primo e forse anche il più fortunato interprete della saga ispirata da Fleming al cinema, è un giocatore professionista di roulette e la sua passione per questo intrattenimento, mescolata alla sua proverbiale verve sul grande schermo, lo ha reso quasi un simbolo di questo gioco. Sul suo conto viene citato spesso l’aneddoto che vede l’attore scozzese vincere circa 10mila sterline alla roulette puntando un’intera serata sempre ed unicamente sul numero 17 (un numero che pare porti fortuna alla roulette contrastando con i cliché classici della scaramanzia).

Restando nel campo del cinema, un altro grandissimo attore con lo stesso pallino di Connery fu Vittorio De Sica. Il cineasta che si cimentò con grande successo anche dietro la cinepresa fu un frequentatore assiduo dei più famosi casinò di mezza Europa e pare che questa sua particolare mania, in alcuni casi, lo portò addirittura ad accettare ruoli di secondo piano in pellicole meno prestigiose pur di avvicinarsi fisicamente ad una delle sue tanto amate case da gioco. A proposito di De Sica resta memorabile la sua interpretazione del conte Max Orsini Varaldo, un nobile squattrinato per l’appunto grande appassionato di carte, ne Il Conte Max di Giorgio Bianchi. In questa pellicola targata 1957 l’attore crea uno straordinario e indimenticabile duo comico con Alberto Sordi che invece interpreta Alberto Boccetti, un giovane giornalaio letteralmente stregato dallo charme di questa affascinante figura amante del tavolo verde. A proposito di scene memorabili del cinema che hanno al centro momenti di vita vissuta in sala da gioco vale la pena citare anche Il Secondo Tragico Fantozzi. Qui i fan del mitico ragionier Ugo interpretato dall’immortale Paolo Villaggio non potranno mai dimenticare la scena nel quale il disgraziato impiegato si trova suo malgrado travolto dall’inclinazione per la roulette e dai vizi scaramantici del Mega Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara, interpretato da Antonino Faà di Bruno. Curiosamente anche il caratterista che interpretò la parte del vessatore di Fantozzi non dovette fare troppi sforzi per entrare nel personaggio essendo lui stesso realmente di origini nobili e pare anche grande amante dei giochi di carte.
Esistono poi anche “sportivi da roulette” come uno dei pugili più rappresentativi degli ultimi dieci anni, l’inglese Ricky Hatton. Il pluripremiato campione in tre diverse categorie di peso (superleggeri, welter e superwelter), è sempre stato un giocatore indefesso di roulette non avendo mai nascosto il suo innato istinto alla puntata. La sera dell’8 dicembre, dopo essere stato sconfitto da Floyd Mayweather per il titolo dei welter della WBC combattuto all’MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, nonostante i diversi pugni incassati the hitman andò subito a svagarsi al Mandalay Casino trovando ristoro tra fiche, rossi e neri e palline rullanti.
Pare che alcuni di questi vip del tavolo verde utilizzino anche alcuni dei sistemi più in voga per cercare di sbancare con questo passatempo. Forse non tutti sanno che per segnare le sequenze delle estrazioni, il tavolo della roulette è l’unico nel quale è consentito l’uso di penna e taccuino. Il supporto cartaceo è utile per seguire la cosiddetta Legge del terzo, una sorta di modello di previsione numerica che in soldoni enuncia in un numero di lanci pari al totale delle combinazioni, un terzo di queste ultime non uscirà (due sì uno no di media). Le star più smaliziate si affidano anche ad altri celebri sistemi come La Legge delle Figure, quella dello scarto, quella delle Fluttuazioni e dello zero e anche alla Martingala (sostanzialmente un metodo di raddoppio di puntate in caso di perdita).

(nell’immagine in evidenza Paolo Villaggio e Antonino Faà di Bruno nel film “Il secondo Tragico Fantozzi”)

Exit mobile version