Le sirene delle ambulanze salutano il feretro di Donato Vassalotti all’uscita della chiesa, l’infermiere travolto sabato da un albero

E’ un inizio settimana più difficile degli altri a Riccia, dove la comunità questa mattina in maniera composta e rispettando il distanziamento sociale ha voluto rendere l’ultimo saluto a Donato Vassalotti, l’infermiere 44enne che sabato pomeriggio è morto dopo essere stato travolto da un albero mentre era nei campi a tagliare la legna. Un servo di Dio e degli uomini, lo ha definito il parroco nel corso della Messa celebrata per le esequie funebri, non certo inteso come schiavo bensì al servizio della comunità, sia sul lavoro – impegnato presso la postazione 118 di Sant’Elia a Pianisi – sia quando si spogliava formalmente degli abiti di personale sanitario. La sua esperienza e il suo altruismo erano qualità messe a disposizione degli altri h24, e unite alla sua simpatica presenza avevano dato forma ad un uomo amato e apprezzato da tutti, rimasto nella mente e nel cuore di chi oggi è costretto a piangere la sua dipartita. Una terribile fatalità, quando ormai il suo compito sabato era giunto al termine, fatto con piacere e passione magari fra una battuta e l’altra in compagnia del suocero, lo ha strappato via alla moglie e ai due figli piccoli, ancora increduli e distrutti dal dolore per un evento tanto inatteso quanto mai sperato. L’incidente lo ha portato via anche a tanti amici e colleghi che hanno avuto il piacere di conoscerlo e condividere tante esperienze con lui, a quelle persone che sono state aiutate e magari salvate grazie alla sua preziosa professionalità per la quale ancora lo ricordano. All’uscita dalla chiesa, il feretro portato in spalla verso l’auto funebre e destinato al cimitero comunale è stato accolto dalle sirene delle ambulanze messe in funzione dai colleghi della Croce di San Gerardo, un suono che Donato ha sentito innumerevoli volte e che ha costituito l’esatto compromesso fra il messaggio di ringraziamento per quanto lui ha lasciato su questa terra e la sinfonia funebre dell’addio collettivo. Un lungo applauso da parte dei presenti, in mascherina e distanziati nel rispetto delle norme anti Covid, ha voluto rendere omaggio al giovane infermiere dal cuore buono. In un anno segnato dalla pandemia ci sembra quasi strano quanto la vita anche lontani dal virus possa essere fragile e possa spezzarsi in un attimo.

Exit mobile version