Lotto Zero, appello a Mattarella dal Comitato contrario alla realizzazione: “Enorme spreco di denaro pubblico per uno scempio ambientale”

Le notizie circolate sulla stampa e nelle televisioni locali circa l’inserimento del Lotto Zero fra le 53 opere (delle quali tre in Molise) da realizzare sull’intero territorio nazionale, insieme all’avvio delle pratiche di esproprio dei terreni interessati dal tracciato, hanno fatto credere ai più che saremmo ad un passo dall’apertura dei cantieri con relativo inizio dei lavori. Le cose, in realtà, non stanno così come sono raccontate e come qualcuno, interessato, vorrebbe far credere. A sostenerlo è Celeste Caranci, portavoce del Comitato No Lotto Zero, in una lettera di appello al Capo dello Stato. “Al momento il progetto è approdato alle Commissioni Parlamentari competenti che dovranno pronunciarsi e saranno chiamate a farlo successivamente alla soluzione della crisi di governo in corso, con tempi che, ad oggi, non sono definibili. Alle tre commissioni coinvolte il Comitato ha inviato la corposa documentazione prodotta in 7 anni di attività, consistente in istanze e richieste rivolte ai vari Enti competenti: Comuni, Regione Molise, Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, A.N.A.S. Inoltre, abbiamo recapitato gli esposti presentati in diverse Procure, Tribunali, Corte dei Conti e alla Autorità Nazionale Anticorruzione, insieme alle diverse denunce inoltrate dall’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto. Facciamo presente che sono tuttora aperte inchieste da parte di organismi di controllo da noi attivati che potrebbero invalidare l’iter procedurale seguito fino ad oggi. La lettura attenta delle schede tecniche dell’ANAS a corredo del progetto definitivo evidenzia in maniera macroscopica l’inconsistenza delle motivazioni a supporto dello stesso. Ricordiamo che il tragitto di soli km 5.450 prevede 2 gallerie, otto viadotti e tre svincoli per un costo complessivo di 170 milioni di euro. Impattanti su un territorio fragile a mezzacosta, in prossimità della falda acquifera (nella prima galleria Trigno) e delle sorgenti del fiume Sordo che alimentano l’acquedotto comunale da 2000 anni. Nella stessa area insiste un progetto approvato dal Consiglio Comunale di Isernia con due diverse delibere, del 2005 e del 2006, che danno il via libera alla creazione del “Parco delle acque di San Martino” (Lega Ambiente ha tenuto domenica 7 febbraio una conferenza su tale progetto in occasione delle giornate dedicate alle “Aree Umide”). Inoltre, a poche centinaia di metri in linea d’aria, è presente la “Riserva Orientata di Pesche”, area di interesse naturalistico istituita dalla Comunità Europea. Nelle sue schede tecniche l’ANAS riporta che il traffico veicolare ipotizzato per il nuovo tracciato sarebbe “esiguo” (testuale), nell’ordine di poche decine di veicoli giornalieri (come abbiamo sempre saputo), con tempi di percorrenza medi abbreviati di appena tre minuti (cosa verificata da noi sul campo da anni). A queste due risibili motivazioni, non viene aggiunto nient’altro in quanto nient’altro vi è. Tutto qui! La lettura degli atti, fatta con animo e mente sgombra da interessi, pregiudizi e ideologie nefaste, dovrebbe portare a una serena bocciatura del progetto, accompagnata magari da una richiesta di restituzione delle parcelle pagate alla società redattrice del piano, la quale ha già intascato la bella cifra di 4 milioni e mezzo di euro. Se il Lotto Zero venisse realizzato, sarebbe realizzato il più grande spreco di denaro pubblico in Molise degli ultimi decenni. Il costo dell’Auditorium “Città di Isernia” è stato pari a 55 milioni di euro e sarebbe quindi surclassato di circa quattro volte (ad oggi). Sempre l’ANAS chiarisce perché insistono da quindici anni nel proporre questo scempio:
1. l’opera è stata richiesta da fantomatici e non specificati “componenti sociali”;
2. non è prevista alcuna ostilità da parte della popolazione.
In pratica si è ingegnato un affare gigantesco con la convinzione che nessuno avrebbe obiettato alcunché. Nelle osservazioni da noi trasmesse al Parlamento, sottolineiamo le diverse criticità emerse: dalla “questione acque” (in parte i progettisti ci hanno dato ragione modificando il progetto originario) a quella dell’aria, in assenza di studi approfonditi sul tema, e la Regione Molise è stata diffidata anni fa dal Ministero dell’Ambiente, per non parlare delle diverse anomalie inerenti l’iter procedurale durante il quale il costo complessivo, partito da 18 milioni, è balzato agli attuali 170 milioni. Parte delle nostre osservazioni sono riassunte nella lettera aperta che inviamo al Presidente Mattarella in quanto garante supremo e custode delle regole costituzionali che riteniamo ripetutamente violate o ignorate. Nella missiva si fa riferimento innanzitutto all’obbligo, disatteso, di valutare quella che è definita “Opzione Zero”. Tale opzione indica la necessità tassativa di analizzare non solo il rapporto costi/benefici nel caso in cui si scelga di realizzare un’opera, ma anche le conseguenze che comporta l’eventuale non realizzazione della stessa. In base alla sentenza del TAR del Veneto n. 333/2012 e del Consiglio di Stato 6777/2018, un procedimento può essere bloccato in mancanza di tale requisito. Nel nostro caso è assolutamente assente. Nella fase storica di drammatica crisi sociale, economica e ambientale che stiamo attraversando, con in nostri paesi che franano alle prime piogge, con gli assi viari centrali molisani lasciati nell’incuria, una rete ferroviaria obsoleta risalente all’inizio del ‘900, con imbuti di traffico quali quello di Venafro, riteniamo folle la scelta di realizzare un tratto di strada inutile, costoso e dannoso. Buon senso e cura dell’interesse generale suggeriscono che bisognerebbe invece migliorare e curare l’esistente e gli interventi “pesanti” destinarli a situazioni rilevanti, tenendo in debito conto le compatibilità economiche e ambientali sempre più urgenti, avendo sempre come faro/guida il Bene Comune. Chiediamo: come mai i fautori del Lotto Zero nel corso di un decennio non hanno mai voluto accettare un pubblico confronto fatto alla luce del sole? Come mai i vari Iorio, Melogli, Toma (che nelle sue dichiarazioni programmatiche lo ha indicato come opera prioritaria) rifiutano il contraddittorio, nascondendosi dietro i tecnici che, bontà loro, eseguono solo ciò che viene loro comandato? I 170 milioni eventualmente risparmiati ci eviterebbero uno scempio ambientale e sarebbero sufficienti ad azzerare l’abnorme deficit della nostra sanità (pari a 103 milioni al 2020!) e, contemporaneamente, basterebbero a fare della nostra terra un esempio di virtù e di conversione ecologica, alimentando progetti di economia circolare. Sarebbe l’occasione per curare e valorizzare le nostre peculiarità storiche e paesaggistiche uniche, dare un impulso all’agricoltura biologica e all’artigianato tipico e di qualità, mettere in campo un piano regionale di risparmio energetico e … tanto altro ancora! Lanciamo un appello affinché la delegazione parlamentare molisana, i cui componenti si sono più volte pronunciati contro la realizzazione dell’opera, si impegni con coerenza e determinazione, attivando tutti i canali a loro disposizione e coinvolgendo i loro colleghi presenti nelle commissioni, al fine di formulare un parere negativo che bocci la sua realizzazione. L’unanimità del mondo politico dichiara ai quattro venti che i 300 miliardi in arrivo nei prossimi anni con il Recovery fund dovranno avere come obiettivo anche la riconversione ecologica del sistema economico e la creazione di lavoro buono e di qualità. Sprecare invece questa occasione storica, sperperando in colate di cemento e asfalto il denaro pubblico, contraddirebbe in modo clamoroso l’enunciazione di principio che quotidianamente ascoltiamo.
> Da parte nostra continueremo con il massimo impegno nella lotta per salvaguardare la nostra terra e per aprire una prospettiva di crescita economica e sociale nel rispetto dell’ambiente e dei diritti, con la convinzione che la partita non è affatto chiusa”.

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