Otto marzo, donne protagoniste durante la pandemia. Violenza di genere e disparità occupazionale piaghe della società

La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Anche in Molise diversi rappresentanti istituzionali hanno voluto lanciare un messaggio per sottolineare dati e obiettivi a contrasto soprattutto di violenza di genere e disparità occupazionale.

Il sindaco di Campobasso, Gravina: “Le donne hanno dato esempio di grande forza durante la pandemia. Superare divario occupazionale”.
“Celebrare i diritti delle donne oggi – ha dichiarato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, in occasione della giornata dell’8 marzo – significa porre il giusto e doveroso risalto sulle qualità che le donne, in termini di competenze e visioni, in ogni settore professionale e personale, sanno mettere a disposizione dei contesti in cui operano, dimostrando con i fatti e con le loro idee, di essere forza trainante per lo sviluppo di un nuovo modello di integrazione sociale che sappia finalmente liberarsi da quei conformismi e pregiudizi che per troppo tempo, anche nell’epoca contemporanea, hanno concorso ad ostacolare la realizzazione di un’uguaglianza di genere piena, da intendersi come punto nevralgico per raggiungere quell’obiettivo di un futuro sostenibile per tutti, così come indicato nell’Agenda 2030 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. La pandemia che viviamo oramai da un anno – ha aggiunto Gravina – in Italia ha toccato fortemente alcuni settori lavorativi, penso ad esempio alla sanità e all’istruzione, solo per fare alcuni esempi, nei quali le donne rappresentano la maggioranza degli occupati, esponendole a rischi che però, loro stesse per prime, ci hanno insegnato a fronteggiare con lucidità e capacità di scelta e di azione, reggendo l’urto di una dimensione emergenziale totalmente nuova e sconosciuta per la nostra storia più recente che però, è inutile negarlo, a causa delle restrizioni imposte, ha costretto le donne italiane a farsi ancora più carico, in prima persona, di una gestione familiare complessiva che non può essere data per scontata o finire con il passare sotto traccia. È quindi ora ancora più urgente e necessario, visto il contesto storico e sociale che ci ritroviamo ad affrontare e nell’ottica di una pronta ripartenza generale, intervenire adesso – ha affermato il sindaco – in maniera strutturale, per superare il divario di genere diffuso nel settore occupazionale, ma non solo, che influisce poi in termini di opportunità finanziarie ed anche nella ancora scarsa presenza delle donne nei ruoli di vertice, in diversi settori produttivi e amministrativi, del nostro Paese.”

Il sindaco di Isernia, Giacomo D’Apollonio: “La pandemia ha aggravato le problematiche connesse al rapporto uomo-donna”
“L’8 marzo è la giornata internazionale della Donna, ricorrenza particolarmente importante, nata per ricordare che le donne – quali madri, figlie, sorelle, compagne, mogli, amiche – rivestono un ruolo fondamentale e insostituibile nella società e nella nostra vita, e devono essere sempre amate e rispettate. In Italia, significativamente, esiste una legislazione che stabilisce le pari opportunità fra uomo e donna e che, quindi, bandisce le disparità fra i sessi nel mondo lavorativo, nella retribuzione, nella carriera, nelle istituzioni, nei ruoli delle forze armate e in ogni altro ambito. Sono ancora diverse, però, le condizioni che di fatto limitano l’affermazione delle donne nella nostra società, limitazioni che non dovrebbero più esistere ma che purtroppo continuano a segnare una differenza tra l’universo maschile e quello femminile. Pertanto, il tema dei diritti delle donne richiede nuove e continue attenzioni e visibilità, perché sono ancora troppe le discriminazioni e le prepotenze che esse subiscono, ovunque nel mondo. Oltretutto, in quest’ultimo anno, la pandemia ha aggravato alcune problematiche del rapporto uomo-donna, giacché in taluni casi la condizione di convivenza forzata ha provocato situazioni di profondo malessere nelle coppie e in ambito familiare. Il mio auspicio, quindi, è che la Giornata Internazionale della Donna sia ancora una volta un momento di profonda riflessione sul fondamentale ruolo delle donne e sulle loro conquiste sociali, economiche e politiche. Auguri di felice 8 Marzo a tutte le Isernine!”

La Garante regionale dei Diritti, Leontina Lanciano: “Non serve la retorica ma fatti concreti”.
“Quando, ogni anno, ricorre la celebrazione della Festa della Donna si è letteralmente inondati di messaggi che da una parte inneggiano ai traguardi raggiunti dal genere femminile nel corso degli anni e dall’altra invocano la conquista di obiettivi ancora migliori in termini di parità effettiva”. A parlare è la Garante regionale dei Diritti della Persona, che aggiunge: “Purtroppo, però, dispiace constatare come sempre più spesso si tratti di semplice retorica, che non trova poi spazio, concretamente, nei fatti. L’8 marzo non si contano i proclami a favore delle donne che hanno bisogno di politiche familiari e sociali di sostegno, che devono poter beneficiare di leggi a tutela della maternità e di asili nido nei luoghi di lavoro. Donne che devono occupare più posizioni dirigenziali negli organismi che contano, che devono essere aiutate ad emergere ed essere protette dalla violenza maschile. Insomma, improvvisamente il mondo è attento ai loro bisogni. Un rito che si ripete ogni anno, con tanto di partecipazione delle donne, ma senza che nulla si sposti e che nulla cambi”. Ma le donne – spiega Leontina Lanciano – “al di là delle dichiarazioni di circostanza, si trovano a dover affrontare nella vita di tutti i giorni una realtà fatta di disparità e violenza. L’Istat, per esempio, ci ricorda nella sua ultima indagine sulla violenza di genere che in Italia 49.394 donne si sono rivolte ad un Centro anti violenza. Con un aumento del 13,6% rispetto alla precedente rilevazione. E ci dice che il numero di donne giunte al Pronto soccorso con una diagnosi di violenza ammonta a 19.166 persone”. Tutto questo, afferma l’organismo di garanzia, “ci mostra che il sistema attuale non funziona e va cambiato. Oggi, quando una donna denuncia di aver subito episodi di stalking, minacce, abusi e violenza, non viene messa in sicurezza. Le forze dell’ordine attivano il procedimento e si avvia eventualmente l’iter di accertamento da parte degli organi giudiziari, ma le misure attualmente previste non sono sufficienti a tutelare efficacemente le vittime. Dalla segnalazione alla neutralizzazione del pericolo, infatti, restano tempi ancora troppo lunghi che lasciano la donna in balia degli eventi. Occorre rivedere, quindi, il sistema. Sia con una riforma procedurale e normativa – evidenzia la Garante – sia con un incremento del sostegno concreto che deve essere fornito alle vittime. A queste vanno garantite forme immediate di protezione, che possono essere la collocazione in strutture anti violenza o altre misure di ‘soccorso’. L’impegno delle istituzioni, che possono agire materialmente su questo fronte, deve essere costante. Chi ha le possibilità di cambiare le cose deve adoperarsi per farlo”. Stesso discorso, prosegue l’authority regionale, “va fatto anche per la parità di genere. Secondo l’edizione 2020 del Global Gender Gap Report, indagine promossa dal Forum economico mondiale nel 2006 per fare il punto sul divario di genere nel Mondo, in Italia i dati sulla disparità salariale e sulla partecipazione femminile alla vita economica non sono affatto incoraggianti. Il nostro Paese, infatti, nell’indice generale si colloca al 76esimo posto su 153 Stati. Su questo fronte, sopravvivono ancora molti stereotipi, come evidenzia l’Istat. Per il 32,5% della popolazione avere successo sul lavoro è più importante per un uomo piuttosto che per una donna, per il 31,5% gli uomini sono meno adatti alle attività domestiche e per il 27,9% spetta all’uomo provvedere alle necessità economiche delle famiglie”. In questo caso, conclude Leontina Lanciano, “l’impegno che ci viene richiesto è di tipo sia sociale che culturale: creare le condizioni affinché una donna possa trovare opportuna collocazione in ambito lavorativo ed economico e diffondere una cultura priva di preconcetti e retaggi del passato, che getti le basi per un reale riconoscimento della figura femminile in termini di parità di diritti e competenze”.

Il sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso, Francesco Roberti: “Italia indietro sul fronte della parità. Cambio culturale parta dai giovani”.
“La Giornata Internazionale della Donna ci induce sempre a profonde riflessioni, oggi più che mai in piena emergenza sanitaria. Ancora oggi la donna, spesso, subisce discriminazioni, soprattutto sul luogo di lavoro, e violenze nell’ambito dell’alveo familiare, quest’ultimi registrati anche durante i periodi di lockdown. La crisi generata dalla pandemia ha acuito non solo le diseguaglianze sociali, ma anche quella di genere. Si deve ancora far molto in termini di crescita culturale nel nostro Paese, sia in tema di pari dignità lavorativa sia sulla partecipazione delle donne nei processi decisionali politici ed economici. Secondo il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum, l’Italia è risultata al 76° posto su 153 Paesi nel mondo per la parità tra uomini e donne. Per quel che concerne, invece, la partecipazione al mercato del lavoro l’Italia si posiziona al 95° posto. Abbiamo visto tutti l’importante ruolo della donna nel corso di quest’anno di pandemia. Nel settore sanitario le donne ricoprono una presenza importante. Secondo i dati dell’INAIL del 31 gennaio 2021, il 70% del totale dei contagiati sul lavoro è risultata essere donna con le infermiere in testa. Il mio abbraccio virtuale, oggi, va a tutte le donne, affinché si continui a lavorare per garantire sempre la pari dignità tra uomo e donna. Sono obiettivi fondamentali per chi ricopre ruoli istituzionali, fermo restando che, come tutte le giornate di sensibilizzazione, non possiamo prescindere da un cambio culturale che deve partire dai più giovani, che rappresentano il futuro della nostra società civile”.

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