Fingono doppio tentativo di suicidio per accelerare l’integrazione e percepire lo “stipendio”, 4 giovanissimi denunciati per procurato allarme

Chiuse le indagini. L'episodio in autunno in un centro per minori non accompagnati

L’episodio aveva destato fortissima eco mediatica e sconcerto nella collettività bojanese che si dichiarava sotto shock, ma aveva anche ingenerato una serie di dubbi nei Carabinieri della Stazione di Bojano che erano intervenuti al centro per minori stranieri non accompagnati, dove due giovanissimi erano rimasti vittima di un incidente. Era il 20 novembre scorso, quando un giovane ospite della struttura era caduto dalla finestra del primo piano, da un’altezza di circa 5 metri dal suolo ed aveva impattato su un terrapieno. L’impatto non era rimasto senza conseguenze per il ragazzo che veniva trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Veneziale” di Isernia, dove giungeva in gravi condizioni ma non in pericolo di vita. L’intervento dei militari permetteva di appurare che un secondo giovane aveva tentato di defenestrarsi, utilizzando una tenda legata ad un termosifone, verosimilmente per tentare il suicidio, propositi dai quali desisteva per il pronto intervento di altro ospite che riusciva a trattenerlo ed attivare concitatamente i soccorsi degli operatori della struttura. Dalle prime dichiarazioni raccolte sul posto e dalla ricostruzione delle dinamiche, qualcosa non quadrava, tant’è che si dava avvio ad una fitta serie di riscontri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Campobasso. All’esito dell’attività investigativa, si è riuscito a far luce sull’accaduto, dove quattro giovanissimi avevano inscenato il tentativo di suicidio di due di loro, uno lanciatosi dalla finestra e l’altro trattenuto in tempo. Tra i quattro emerge la figura di colui a cui veniva dato il ruolo di chiedere aiuto agli operatori della struttura, richieste che avvenivano in maniera concitata, tali da far ritenere vero quanto stesse accadendo. Infine i Carabinieri hanno individuato anche il ruolo del quarto giovane, che altro non doveva fare che fingere di trattenere il suo amico dal tentativo di defenestrarsi e trarlo in salvo. La Procura per i Minorenni, condividendo le risultanze investigative, emetteva avviso di conclusione indagini, contestando a tutti e quattro il concorso nel reato di procurato allarme presso l’Autorità per aver – con la loro condotta – attivato i Carabinieri che prontamente intervenivano, il servizio di emergenza sanitaria e la Procura medesima. Gli ospiti in argomento, che oggi risultano essersi trasferiti in altre strutture e godono di buona salute, avevano inscenato l’insano gesto, verosimilmente per indurre gli operatori a farli accedere alla fase successiva del programma dove sarebbe prevista anche una retribuzione. La meritoria attività dei Carabinieri, se da un lato fa chiarezza su quanto accaduto, come peraltro avviene in seno a tutte le denunce raccolte, dall’altro sicuramente restituisce serenità agli operatori della struttura, che al pari di tanti altri si dedicano quotidianamente alla particolare e attività e sui quali era apparsa qualche ombra di dubbio sulle modalità di esplicazione della stessa.

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