Lattine e rifiuti alimentari sulle sponde del Verrino, la bellezza della Natura rovinata dalla schifezza degli uomini. FOTO

Uno scempio per la Natura, ma anche per tanti residenti e turisti che seguono le regole del buon vivere civile. Regole che prima di essere osservate andrebbero sentite dentro, in maniera spontanea, almeno davanti agli eccessi. Ecco perché di fronte allo spettacolo indegno che è stato registrato ieri a ridosso e lungo le sponde del fiume Verrino, nei pressi delle note cascate, nel territorio di Agnone, fra le principali attrazioni dell’Alto Molise, viene da allargare le braccia schifati. Un’intera cassa di lattine di birra “fatte fuori” probabilmente nel corso di una goliardica escursione e abbandonate fra le pietre e il terriccio umido a pochi piedi dall’acqua.

Peraltro alcuni degli autori di questo nobile gesto si sono preoccupati quantomeno di radunare la monnezza nello stesso punto, altri – forse troppo presi dagli albori dell’alcol – hanno gettato le lattine dove capitava. Senza farsi mancare qualche mascherina, non più utile. Lo scempio però parte da molto prima. Nel piazzale che si trova all’inizio del percorso, prima della discesa verso il fiume, dove sono predisposti tavoli e panche in legno al fine di offrire un servizio agli utenti che intendono consumare il pranzo o uno spuntino al sacco, comodamente seduti, i tratti dell’inciviltà e del menefreghismo sono ugualmente visibili.

Scatole, bottiglie in plastica e in vetro abbandonate a terra, in alcuni casi interi sacchetti contenenti scarti alimentari buttati lì come se il mondo che ci circonda fosse un’intera pattumiera. Ma sì, buttiamo tutto al di là del nostro naso come capita. Una domanda a questi scienziati di vita va fatta e saremmo curiosi di ricevere una risposta. Ma cosa ci vuole a raccogliere in un sacchetto i propri rifiuti e metterli in auto, per buttarli successivamente nei contenitori appositi? Qual è questo sforzo?

Si è troppo stanchi o ubriachi per posizionare una lattina vuota in una busta piuttosto che a terra? Fermo restando che i cestini dei rifiuti presenti probabilmente non vengono celermente puliti da chi di dovere, ciò non può costituire una giustificazione per lasciare un’intera discarica nei pressi dei tavoli e lungo le sponde del fiume, anche perché gli stessi cestini – va sottolineato – sono così piccoli da non poter contenere più di un sacchetto e qualche bottiglia. Non ci sono scusanti che reggono. E’ il rispetto quello che manca. Verso la Natura, verso gli altri e indirettamente verso se stessi. “Farò subito verificare e procederemo alla pulizia di tutto – ci ha assicurato il sindaco Daniele Saia, rammaricato. – Non abbiamo ricevuto in passato segnalazioni di questo tipo. Come Comune ci stiamo attivando per valorizzare la zona, rifare il percorso e collegarlo a Capracotta“.

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