Delibere a “favore” degli amici, l’Appello conferma l’assoluzione per ex sindaco e giunta comunale dall’accusa di abuso d’ufficio

La Corte di Appello di Campobasso ha sostanzialmente confermato la sentenza di assoluzione del Tribunale di Larino in composizione collegiale emessa in seguito al procedimento penale che ha visto coinvolti l’ex sindaco del Comune di Casacalenda Michele Giambarba, l’ex vice sindaco Vito Biello, l’ex assessore Michele Di Stefano, il responsabile del servizio Tecnico Pasquale Pietropaolo, il responsabile del servizio Finanziario Maria Teresa Di Paolo, imputati per il reato di abuso di ufficio in concorso, assistiti dagli avvocati Pino Ruta, Teresa Discenza e Roberto Iammatteo. La vicenda è nata dall’esposto a firma del consigliere comunale Marco Gagliardi che aveva denunciato presunte irregolarità commesse, nell’esercizio delle loro funzioni, dai succitati soggetti, relativamente all’adozione di atti deliberativi. Diversi e complessi sono stati gli aspetti della querelle sottoposta prima al vaglio della magistratura del tribunale frentano e successivamente, in seguito ad impugnazione della sentenza assolutoria, da parte della Procura Generale della Repubblica di Campobasso (sollecitata anche dallo stesso Gagliardi), dalla Corte di Appello di Campobasso che, al termine dell’udienza, tenutasi l’8 luglio, ha sostanzialmente confermato le statuizioni del giudice di prime cure, assolvendo tutti gli imputati con la formula più ampia scagionandoli dalle accuse mosse nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Larino a seguito dell’esposto di Marco Gagliardi. “Si è trattato di una vicenda complessa sia per i molteplici e differenti aspetti legati alla stessa, sia per la delicatezza degli argomenti sottoposti al vaglio della magistratura, sia per la molteplicità delle persone e dei ruoli dalle stesse ricoperti, coinvolte nella vicenda”, sottolineano i una nota gli avvocati difensori Giuseppe Ruta, Roberto Iammatteo e Teresa Discenza. – Ciò nonostante, non abbiamo mai dubitato della correttezza circa le condotte poste in essere dai nostri assistiti, riuscendo, anche per tale motivo, a dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse agli stessi da parte denunciante”.

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