Strage di via D’Amelio, 29 anni fa la mafia uccise il giudice Borsellino e la sua scorta, il messaggio alle nuove generazioni

Oggi, 19 luglio, ricorre il 29° anniversario della strage di Via D’Amelio. Erano le 16,58 di domenica 19 luglio 1992 e 57 giorni dopo la strage di Capaci, una deflagrazione sotto casa della mamma del giudice Paolo Borsellino uccise quest’ultimo e gli agenti della scorta. Ancora una volta la mafia colpì al cuore lo Stato, uccidendo un servitore fedele e leale che stava portando avanti una missione di legalità. “Le istituzioni – commenta il presidente della Provincia di Campobasso, Francesco Roberti – non finiranno mai di ringraziare Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, eroi del Ventesimo Secolo e sulla cui rettitudine, onestà e abnegazione per il proprio lavoro occorre far riflettere le giovani generazioni. Una frase di Paolo Borsellino mi ha sempre colpito: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Col trascorrere dei decenni e col cambio di generazioni, infatti, c’è sempre un comune denominatore: i giovani vanno guidati, perché da loro dipende il nostro futuro. E noi, come istituzioni, non possiamo che dar ai nostri ragazzi tutte le attenzioni possibili, affinché possiamo formare in loro un’alta coscienza civica e morale per una società del domani migliore”.

“La strage senza fine” di Michele Falcione (presidente associazione Talenti e Artisti Molisani)
19.7.1992 una data che ogni italiano, ogni cittadino che insegue la strada della legalità e della giustizia, non ha mai dimenticato; una data che ha per sempre scalfito i cuori di coloro che si sono trovati dinanzi una “strage” per certi aspetti annunciata. Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina Agenti di Scorta della polizia di Stato e il Giudice Paolo Borsellino, furono vittima di un atroce attentato mafioso, che oltre a distruggere le loro vite, ha distrutto quelle delle loro famiglie e dei tanti amici. A distanza di quasi trent’anni sono ancora tanti i misteri e gli interrogativi che avvolgono questa pagina oscura della storia della Repubblica e nonostante siano numerosi i Magistrati che hanno tentato di riaprire le inchieste per ripercorrere le strade della verità, ancora non si è giunti a tesi veritiere e definitive. Le immagini proposte dai mezzi di informazioni e le foto riportate nel corso delle settimane, dei mesi successivi, a quel triste 19 Luglio 1992, hanno fatto eco all’altro attentato avvenuto il 23 Maggio dello stesso anno, all’amico fraterno e collega di Borsellino, il Giudice Giovanni Falcone ucciso dalla mafia, insieme alla moglie e agli Agenti di scorta a Capaci (PA), altro simbolo della legalità e della giustizia. Un chiaro ed inequivocabile attacco alla Stato che è stato colto impreparato nel dover difendere due uomini che avevano colpito al cuore la mafia, grazie al lavoro di squadra instancabile, non solo dei due Magistrati, ma di altri “rappresentati della Giustizia” che affiancarono Borsellino e Falcone in un quello che fu definito da tutti il “pool antimafia”. Ogni anno, in questa data, sono molteplici le manifestazioni che si svolgono su tutto il territorio per ricordare la figura di Paolo Borsellino e gli Agenti della sua scorta, proprio a testimonianza che non e’ mai venuta meno, da parte della gente comune, il ricordo di due icone della giustizia, che hanno tracciato un solco profondo, nel quale poter affondare i passi che portano alla verità e alla legalità. L’Associazione Talenti e Artisti Molisani, da alcuni anni, ha sempre dedicato eventi e manifestazioni in ricordo del Giudice Paolo Borsellino, grazie alla sensibilità degli artisti Molisani appartenenti all’Associazione, che in maniera del tutto gratuita, hanno sempre offerto il proprio talento negli eventi organizzati in collaborazione con partner di spessore. La pandemia, che ha cambiato il modo di vivere e di pensare, ma non quello di credere fermamente nella Giustizia, ha inevitabilmente interrotto questi appuntamenti, che anche quest’anno potranno essere racchiusi solo in un ricordo profondo e convinto di quanto accaduto; l’Associazione ha ottenuto, dopo aver proposto all’Amministrazione Comunale guidata dall’ex Sindaco Antonio Battista, l’intitolazione di una Piazza nel centro di Campobasso ai due Magistrati siciliani, a testimonianza che anche il Molise vuole ricordare chi ha sacrificato la vita per compiere il proprio dovere. La convinzione mia personale e forse quella di tutti è che la “sfida” dichiarata in maniera cosi aperta e diretta da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla mafia, debba passare anche per dei simboli inequivocabili da lasciare sul territorio alle future generazioni, che forse per questioni anagrafiche non ha vissuto quegli anni, macchiati da atroci delitti; la necessità e mi auguro la voglia di scuotere le proprie anime e la curiosità nel scoprire cosi si celava dietro gli attentati di Capaci e Via D’Amelio, deve essere una “mission” da parte, invece, di coloro che hanno vissuto integralmente quelli che può essere considerato il periodo in cui l’Italia da dovuto subire passivamente atroci azioni mafiose, perdendo per certi aspetti la propria identità di Stato. Mi piace ricordare una delle tante frasi che sono state coniate a seguito della morte di Borsellino e Falcone “Avete chiuso due bocche..ne avete aperte cinquanta milioni”, ed è proprio così: il ricordo di questi due “uomini dello Stato” non potrà e non dovrà mai tramontare.

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