Anziana aggredita in casa in stile “Arancia Meccanica”, i macabri dettagli della tentata rapina. Video

Quando ha aperto la porta di casa si è ritrovata davanti il suo aggressore, una giovane donna (nota negli ambienti della droga) che senza darle il tempo di reagire l’è piombata addosso, scaraventandola a terra. Incurante peraltro della fragilità della vittima, anziana, 77enne, vedova da qualche mese, la ragazza le ha afferrato la testa e ha iniziato a sbattergliela più volte e senza pietà contro il pavimento, chiedendo insistentemente dove nascondesse il denaro. Scene che riportano alla mente film come “Arancia Meccanica”, il noto cult di Kubrick.

Sono i macabri dettagli raccontati in conferenza stampa presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Campobasso dal Comandante provinciale, Tenente Colonnello Luigi Dellegrazie (a destra nella foto) e dal Comandante del Nucleo Investigativo, Capitano Leonardo Rosano (a sinistra), a seguito dell’arresto di due donne, entrambe di Campobasso: C.L. classe ’94 con precedenti per spaccio, autrice della tentata rapina, finita in carcere, e R.E , classe ’97, in passato segnalata per uso di stupefacenti, complice dell’azione criminosa e “palo” della rapina, rimasta fuori l’abitazione, confinata ai domiciliari. Si tratta di misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Campobasso su richiesta della locale Procura, all’esito delle indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri. Indagato a piede libero un parente della vittima, possibile “soffiatore” delle due arrestate.

L’episodio, avvenuto in un condominio di via Marche, risale al 31 maggio, ma solo ora è balzata alla cronaca la ferocia utilizzata nell’aggressione, ossia nel momento in cui i militari hanno dato seguito alle misure cautelari. Mentre l’una aspettava sul pianerottolo per segnalare alla complice via telefono eventuali imprevisti e distraeva una vicina di casa, allontanandola, l’altra compiva nell’appartamento preso di mira il brutale pestaggio, sapendo che la povera anziana nascondeva in casa del denaro, frutto probabilmente di una vendita a seguito del recente decesso del marito. Le donne sapevano, quindi, e hanno agito a colpo sicuro ma non conoscevano il nascondiglio. È stata la reazione dell’anziana, messa a tacere peraltro dal nastro adesivo applicatole dalla 27enne sulla bocca, ma soprattutto il sangue uscitole dalla testa e sparso sul pavimento a far desistere l’assalitrice. Costretta a darsela a gambe, temendo di compiere un omicidio, non è stata certo presa dai sensi di colpa. “La signora era tosta“, avrebbe detto in seguito all’amica, ridendoci su, secondo quanto avrebbero intercettato gli inquirenti. “Non voleva arrendersi. Un giorno lo racconteremo ai nostri figli“. Nelle successive indagini sarebbe venuta fuori anche l’attività di spaccio di cui oggi le due indagate devono rispondere. Ed è questo il contesto sociale che per gli inquirenti, ancora una volta, costituisce il punto di partenza verso la commissione di altri reati, come furti e rapine, a cui molti soggetti – sia consumatori che spacciatori – si prestano al fine di recuperare i soldi necessari per l’acquisto della droga. Una piaga sociale che questa città conosce ormai da tempo.

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