Traffico di droghe pesanti con “assicurazione” sul sequestro, arrestati in Molise padre e figlio. Blitz partito da San Severo, 11 misure cautelari

Cuore pulsante dell’attività è il noto quartiere San Bernardino, a San Severo (in Puglia), ritenuto dagli inquirenti un “fortino” dello spaccio e del commercio all’ingrosso di droghe pesanti, in particolare eroina e cocaina. E’ qui che questa mattina all’alba ha avuto luogo il blitz della Squadra Mobile di Foggia che ha dato esecuzione a 11 misure cautelari, 6 in carcere e 5 ai domiciliari, di cui due in Molise. Nella nostra regione a finire in manette, a San Giacomo degli Schiavoni e San Martino in Pensilis, padre e figlio, pluripregiudicati per reati in materia di stupefacenti. Proprio il figlio era stato fermato il 21 ottobre scorso dagli agenti di Campobasso mentre acquistava sostanza stupefacente da due uomini, un 38enne e un 23enne, originari di Termoli e residenti a San Giacomo degli Schiavoni, che nella circostanza erano stati arrestati. Per questi ultimi peraltro, a cui erano stati sequestrati circa 20 grammi di stupefacente tra cocaina, eroina ed hashish, materiale per la pesatura ed il confezionamento in dosi della droga e circa 2.000 euro in banconote, provento dell’attività illecita, in sede di udienza il G.I.P. del Tribunale Ordinario di Larino ha disposto la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare maggiormente afflittiva, in carcere. Alle prime ore di questa mattina, invece, il personale della Sezione Antidroga della Questura di Campobasso ha coadiuvato i colleghi della Squadra Mobile di Foggia nell’esecuzione delle due ordinanze in Molise nell’ambito del maxi blitz che ha stroncato il traffico di stupefacenti che aveva come punto di partenza il quartiere San Bernardino a San Severo. L’attività di indagine, coordinata dalla Procura dauna, si è sviluppata nei mesi che vanno da settembre 2020 a gennaio 2021. “I grossisti offrivano garanzia di rimborso in caso di sequestro di stupefacente”, ha spiegato il Procuratore Aggiunto, Antonio Laronga, ossia si impegnavano a restituire, a titolo gratuito, lo stesso quantitativo di droga nel momento in cui veniva esibito il verbale di sequestro. Tra gli indagati risultano pusher e consumatori di varia estrazione sociale, ma anche gli acquirenti di partite di droga all’ingrosso e i venditori che operano per lo spaccio al minuti nel quartiere. Rispondono, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, di detenzione e porto di arma clandestina e di ricettazione. Il lavoro degli investigatori ha permesso di ricostruire i movimenti dei soggetti indagati, che avevano creato un vero e proprio business della droga. La rete di spacciatori agiva in base ad un modus operandi ben collaudato: l’acquirente prendeva contatti telefonici con il venditore e lo raggiungeva a San Bernardino dove avveniva la cessione. La droga talvolta veniva consegnata direttamente dal venditore. In altri casi, invece, il cliente veniva accompagnato in un luogo prestabilito dove prelevava egli stesso la droga in alcuni punti convenzionali, secondo le indicazioni ricevute, in locali attigui ai luoghi di spaccio, all’interno di intercapedini o sotto le tettoie difficilmente visibili dall’esterno. Nelle comunicazioni telefoniche usavano linguaggi in codice come le parole “caffè” e “cioccolata” per indicare la droga, i punti di incontro e per stabilire le modalità della cessione. Individuati alcuni locali in cui non solo si concentrava l’attività di vendita, ma veniva anche testata la qualità del prodotto, aspetto che ha dato il nome all’operazione: “Coffee Shop”. Nel corso dell’esecuzione, inoltre, è stato individuato e sequestro una sorta di laboratorio per il taglio e il confezionamento dello stupefacente, allestito in un’abitazione popolare. Il locale era videosorvegliato, mentre altri punti chiave erano monitorati da un sistema di vedette con il compito di avvisare i componenti dell’organizzazione della presenza delle forze dell’ordine.

(fonte dettagli operazione Foggiatoday.it)

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