Delitto Micatrotta, il Riesame non fa a sconti a De Vivo, il 37enne resta in carcere

Giovanni De Vivo dovrà restare in carcere. Il 37enne, operaio ed ex dj della movida campobassana indagato per l’omicidio di Cristian Micatrotta avvenuto la vigilia di Natale in via Vico, non ha avuto sconti dal Riesame, a cui gli avvocati Mariano Prencipe e Giuseppe Stellato si sono rivolti, dopo aver impugnato l’ordinanza di misura cautelare firmata dal gip del Tribunale di Campobasso, per chiedere la scarcerazione del loro assistito e il suo trasferimento ai domiciliari. “Siamo in una fase embrionale della indagini – ha affermato Prencipe – e molti aspetti vanno ancora chiariti, motivo per cui riteniamo che una misura alternativa in attesa che la giustizia faccia il suo corso sia idonea”. I giudici del Riesame, chiamati a decidere solo sulla misura cautelare, depositeranno le motivazioni del rigetto entro 30 giorni. Nelle prossime settimane De Vivo, in presenza dei suoi legali, potrebbe chiedere di essere ascoltato (all’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facolta di non rispondere) o comunque potrebbe depositare una memoria difensiva. Due sono gli aspetti su cui gli inquirenti stanno facendo chiarezza: la modalità con cui si è consumata la tragedia e il movente, che avranno un peso importante ai fini del giudizio. La pista seguita dalla Procura e dai Carabineri del Nucleo Operativo è quella di un presunto acquisto di droga che sarebbe stato oggetto di discussione fra De Vivo e un amico di Cristian, attualmente indagato per rissa, ma il condizionale in questa fase è ancora d’obbligo. Nei prossimi giorni si terrà la prima analisi dei Ris sui reperti acquisiti dai Carabineri (dagli indumenti ai cellulari fino all’arma del delitto), venerdì scorso infatti c’era stato solo un incontro preliminare per definire un cronoprogramma.

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