Deceduta a seguito di un ematoma cerebrale, assolti quattro medici del Cardarelli, per i giudici di Appello non fu omicidio colposo

Ore 16. Erano finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Antonietta Rico, 53enne di Bojano, ricoverata il 29 gennaio 2013 nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso con una frattura temporale e un ematoma cerebrale, che pare fossero stati registrati a seguito di una caduta accidentale. Il collegio penale della Corte d’Appello di Campobasso presieduto dal giudice Vincenzo Pupilella ha assolto gli imputati dalle accuse, confermando la sentenza di primo grado. Nelle motivazioni che saranno depositate nei prossimi mesi i magistrati argomenteranno la loro decisione, che certamente ha tenuto in considerazione – oltre che il provvedimento di primo grado del Tribunale – anche le tesi della difesa, curata dagli avvocati Fabio Del Vecchio, Salvatore Fratangelo e Fiorina Piacci. “Esprimiamo piena soddisfazione per l’esito assolutorio del processo e per aver dimostrato la piena estraneità degli addebiti mossi nei confronti dei nostri assistiti, oltre che il loro corretto operato nel fatto in questione”, commenta Del Vecchio. La pubblica accusa, rappresentata dal Procuratore Generale Fioretti, e la parte civile (entrambe avevano proposto appello) sostenevano che ci fosse stata una omissione da parte dei medici che non avrebbero provveduto ad operare d’urgenza con intervento chirurgico la paziente al fine di rimuovere la massa ematica, privilegiando inoltre un trattamento di osservazione infermieristico invece che una stretta osservazione neurologica di carattere esclusivamente medico data la gravità del quadro clinico. Ciò non avrebbe dunque permesso, riteneva l’accusa, di valutare la presenza di un possibile peggioramento della malattia. La difesa ha invece sostenuto che i medici hanno seguito prassi e protocolli per quanto di loro competenza. La vicenda potrebbe conoscere seguito in Cassazione.

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