Calo demografico, Istat: il Molise ha perso altri 6mila abitanti nel primo anno di pandemia, scende il tasso di natalità

A Campobasso quasi mille residenti in meno

Al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente della popolazione, in Molise si contano 294.294 residenti. Al netto degli aggiustamenti statistici derivanti dalla nuova metodologia di calcolo, i dati censuari registrano, rispetto all’edizione 2019, un decremento di 6.222 unità nella regione (Prospetto 1).
Il 72,3% della popolazione molisana vive nella provincia di Campobasso, che ricopre il 65,6% del territorio e dove si registrano i più elevati valori di densità di popolazione (73 abitanti per km2), mentre nella provincia di Isernia vive il restante 27,7% della popolazione, che detiene una superficie provinciale del 34,4% e i più bassi livelli di densità (53 abitanti per km2).
Tra il 2019 e il 2020 la popolazione diminuisce in tutte e due le province molisane con lo stesso decremento percentuale, -2,1%.

Tra il 2019 e il 2020 solo 8 dei 136 comuni molisani hanno avuto un incremento di popolazione (Campodipietra, Cercepiccola, Duronia, Guardialfiera, Molise, San Giovanni in Galdo, San Polo Matese, San Giuliano del Sannio, tutti in provincia di Campobasso), in 4 comuni è stata registrata la stessa popolazione (Casalciprano e Provvidenti in provincia di Campobasso, Chiauci e Pescolanciano in provincia di Isernia) mentre per i restanti 124 comuni vi è stato un decremento. In valore assoluto le perdite più consistenti si registrano nei tre comuni più popolosi: Campobasso (-802), Termoli (-629) ed Isernia (-296); in termini relativi la maggiore flessione si è avuta nei comuni di Castellino del Biferno (-10,3%), Castelmauro (-7,2%) e Sessano del Molise (-6,8%).
Sotto il profilo della dimensione demografica, l’84,7% dei comuni con popolazione sino a 1.000 abitanti ha perso residenti, percentuale che sale sino al 98,2% per i comuni tra i 1.001 e i 5.000 abitanti (Prospetto 2).

Dinamica demografica durante la pandemia
La tendenza alla decrescita demografica è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia da Covid-19. L’eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile alla pandemia, ha comportato in Molise l’incremento del tasso di mortalità dall’12,1 per mille del 2019 al 13,6 del 2020, con un picco del 14,6 per mille in provincia di Isernia.
Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro. Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso da 6,4 a 5,8 per mille, con un calo particolarmente accentuato in provincia di Isernia (da 6,9 a 5,6 per mille) (Prospetto 3).
I movimenti tra comuni si sono ridotti drasticamente durante la prima ondata dell’epidemia, a causa del lockdown di marzo che ha ridotto al minimo la mobilità residenziale, tanto che il tasso migratorio interno del 2019, pari mediamente a -4,4 per mille è sceso nel 2020 a -3,6 per mille.
Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Il tasso migratorio estero, pur rimanendo positivo per le due province, si riduce in modo consistente rispetto al 2019 (da 2,7 alo 0,7 per mille).

Il rapporto di mascolinità più basso si registra in provincia di Campobasso (96,5%), rispetto a quella di Isernia (98,1%). Tuttavia, in 58 comuni molisani il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato a Castelpizzuto (142,9%) e Castelverrino (140,5%) in provincia di Isernia, e Provvidenti (123,4%) in provincia di Campobasso. All’opposto si collocano i comuni di Civitacampomarano (83,5%), Monacilioni (85,6%), e Cercepiccola (87,2%) in provincia di Campobasso (Prospetto 5).
La popolazione molisana presenta, nel 2020, una struttura per età sensibilmente più anziana rispetto al resto del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi di età (Figura 1).
L’età media è aumentata rispetto al 2019, passando da 46,7 anni del 2019 a 47,1 del 2020, sopra la media nazionale, pari a 45,4 anni. Aumenta l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14), che passa da 226,2 del 2019 a 233,1, così come l’indice di dipendenza degli anziani (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età 15-64) da 39,7 del 2019 a 41,0. Aumenta anche il rapporto tra la componente più anziana e quella più giovane della popolazione in età lavorativa (indice di struttura della popolazione attiva) da 138,1 del 2019 a 141,3.
A livello provinciale, Campobasso presenta una struttura demografica più giovane, con un’età media più bassa (47,0 rispetto a 47,3 della provincia di Isernia), un indice di vecchiaia inferiore (231,6 rispetto a 237,0 di Isernia) e un indice di dipendenza degli anziani più basso (40,7 rispetto a 41,9).

A livello comunale San Giacomo degli Schiavoni (CB) ha l’età media più bassa (43,3 anni) mentre San Biase (CB) quella più elevata (61,0 anni). Molise (CB) è invece il comune con il maggior incremento di popolazione (+2,5%) e di residenti italiani (+2,5%) rispetto al 2019. In termini di popolazione residente, il comune più piccolo è Castelverrino (IS), con 101 abitanti, mentre Campobasso continua a essere il più grande (47.535 abitanti) (Prospetto 6).

Popolazione straniera residente
Sulla base della dinamica demografica di fonte anagrafica (saldo naturale e saldo migratorio) intercorsa nell’anno 2020, combinata alle risultanze derivanti dai “segnali di vita amministrativi” (saldo tra sovra e sotto copertura anagrafica degli stranieri), la popolazione straniera del Molise ammonta a 11.591 residenti, con una diminuzione di 1.177 unità (-9,2%) rispetto al Censimento 2019 (Prospetto 7).
Il decremento della popolazione straniera si è avuto in tutte e due le province con una percentuale più alta in quella di Campobasso (-9,5%) rispetto a Isernia (-8,6%).
In Molise la popolazione straniera è mediamente più giovane rispetto alla componente di nazionalità italiana. L’età media è di 34,5 anni contro 47,6 degli italiani e la presenza maschile è mediamente superiore (101,3 stranieri ogni 100 straniere e 96,8 italiani ogni 100 italiane). Rispetto ai valori medi regionali, la provincia di Campobasso è quella con la popolazione straniera più giovane (età media 34,4 anni) mentre nella provincia di Isernia è prevale il genere maschile (111,4 stranieri ogni 100 straniere).

Circa otto cittadini stranieri su dieci hanno meno di 50 anni e la fascia di età più numerosa è quella che va dai 30 ai 39 anni (23,2%); solo il 2,7% ha più di 70 anni. Per i cittadini italiani la classe di età più numerosa è invece quella che va dai 50 a 59 anni (16,0%). La distribuzione per età della popolazione è simile solo nella classe 10-19 anni: 8,9% per i cittadini stranieri, 8,6% per i cittadini italiani (Figura 2).
Questa asimmetria si riflette negli indicatori demografici di struttura: nella popolazione straniera si osservano valori decisamente più bassi dell’indice di dipendenza (23,2 per la componente straniera e 60,5 per quella italiana) e dell’indice di vecchiaia (34,8 contro 243,4) (Prospetto 8).

Quanto alla distribuzione per cittadinanza, nel 2020 circa la metà (48,2%) dei cittadini stranieri dimoranti in regione proviene dall’Europa, il 31,3% dall’Africa, il 14,0% dall’Asia e il 6,3% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e gli apolidi.
Gli stranieri conteggiati nel 2020 provengono da 132 paesi del mondo ma sono concentrati in un numero abbastanza ristretto di collettività: le prime dieci, infatti, totalizzano il 68,6% della presenza straniera mentre le prime quattro (cittadini provenienti da Romania, Marocco, Albania e Nigeria) rappresentano quasi la metà (49,2%).
La comunità rumena, prima in regione per numero di componenti, rappresenta il 25,1% degli stranieri censiti nel 2020, con un peso percentuale più alto rispetto al dato nazionale (20,8%). La comunità marocchina, seconda per numero assoluto di individui dimoranti abitualmente, rappresenta il 12,5% della popolazione straniera regionale (8,3% il dato nazionale). La comunità albanese, terza in graduatoria, presenta in regione un’incidenza più bassa rispetto al dato nazionale, 6,1% contro 8,4% (Figura 3).

Caratteristiche delle famiglie
Al 31 dicembre 2019 vivono in Molise 130.238 famiglie, lo 0,4% in più dell’anno precedente (+0,5% il dato nazionale). Il numero medio di componenti per famiglia è di 2,3 unità, stesso valore della media nazionale (Prospetto 9).

Nella regione la tipologia familiare più frequente è quella delle famiglie unipersonali (35,6% del totale contro 35,1% della media nazionale), seguono le famiglie con due componenti (25,9%). Le famiglie più numerose, con quattro componenti, rappresentano la percentuale più bassa (15,4%).
A livello provinciale non si riscontra differenza tra il numero medio dei componenti (2,3) mentre confrontando i dati con l’anno precedente la provincia di Campobasso ha un incremento più alto nel numero delle famiglie (+0,5%) rispetto alla provincia di Isernia (+0,2%). Quasi identica la percentuale di famiglie con almeno uno straniero, un segnale della forte integrazione che si riscontra in questo territorio (4,8% per Campobasso e 4,7% per Isernia).

Livello di istruzione
Si innalza il livello medio d’istruzione della popolazione residente di 9 anni e più in Molise, grazie alla crescita continua della scolarizzazione e al conseguimento di titoli di livello superiore. Rispetto al 2019 diminuiscono nel complesso sia la quota di analfabeti (dallo 0,9% allo 0,7%) che la quota di popolazione con un basso livello d’istruzione (da 4,7% a 4,5%). La quota di popolazione in possesso di licenza elementare passa da 16,9% a 16,3% mentre la percentuale di coloro che hanno ottenuto la licenza media diminuisce dal 27,7% al 27,3% (Prospetto 10).
Allo stesso tempo la percentuale di diplomati si è attestata al 35,2% (+0,6 punti percentuali) e quella di persone con istruzione terziaria (e superiore ) al 15,7% (+0,4 punti). L’incremento dell’incidenza nei titoli universitari è da attribuire quasi interamente a quelli di II livello, che crescono in termini numerici di 1.703 unità.

Rispetto al contesto medio nazionale, l’analfabetismo o l’assenza di un titolo d’istruzione risulta in regione più diffuso (5,2% a fronte del 4,4%). A Campobasso si rileva la quota più consistente di persone senza alcun titolo di studio (5,5%) rispetto a Isernia (4,5%). In particolare, sono analfabeti 7 individui su mille a Campobasso e 6 ogni mille a Isernia. Campobasso presenta anche una percentuale più bassa, rispetto a Isernia, di persone con la licenza di scuola elementare (16,0% e 17,0%) e più elevata tra quelle in possesso di licenza media (27,9).
Per l’istruzione terziaria di I e di II livello, la media molisana supera quella nazionale: per il I livello 4,0% rispetto a 3,8%, per il II livello 11,7% contro 10,7%.

I risultati del Censimento consentono di cogliere le differenze territoriali del grado di istruzione rispetto ad alcune caratteristiche della popolazione residente, come il sesso e la cittadinanza (italiana o straniera).
Raggiungono un titolo terziario (I, II livello o dottorato) più donne che uomini: su 100 persone residenti in regione con titolo universitario, 57 sono donne e rappresentano il 18,0% della popolazione femminile di 9 anni e oltre (rispetto al 13,9% degli uomini). La componente femminile sale a 57,6% per la licenza elementare, fino a toccare il 61,5% tra gli analfabeti o alfabeti che non hanno conseguito alcun titolo di studio, laddove le donne senza istruzione sono il 6,3% della popolazione femminile (a fronte del 4,1% degli uomini).
Il divario di genere diventa molto meno marcato in corrispondenza del diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale (52,8% uomini, 47,2% donne) mentre per la licenza di scuola media prevale la componente maschile con il 54,0% (30,1% del totale della popolazione maschile contro 24,7% della popolazione femminile).
La distribuzione del titolo di studio tra italiani e stranieri dipende non solo dal diverso background socio-economico, ma anche dalla struttura per età e genere che contraddistingue le diverse cittadinanze.
Tra gli stranieri prevalgono coloro che sono in possesso della licenza media (32,3%), con uno scarto di oltre 5 punti percentuali in più rispetto agli italiani con lo stesso titolo; un gap analogo, ma al contrario, si ha in corrispondenza del diploma di scuola secondaria superiore (30,3% gli stranieri contro 35,4% degli italiani). Si contano 8,7 stranieri su 100 con titolo universitario compreso il dottorato (16,3% gli italiani).
La percentuale più simile con gli stranieri si ha per la licenza elementare, 15,4% contro 16,3% della popolazione italiana. Lo squilibrio più consistente in termini relativi si registra per gli analfabeti o alfabeti privi di titolo di studio: gli stranieri presentano un’incidenza del 13,3%, gli italiani del 4,9%.

Spostamenti per motivi di studio o lavoro
Al 31 dicembre 2019 sono 130.924 le persone che effettuano spostamenti quotidiani per recarsi al luogo di studio o di lavoro, ossia il 43,6% della popolazione residente. La quota è più elevata nella provincia di Campobasso (44,2%) rispetto a Isernia (41,9%) (Figura 6).

Nel 60,5% dei casi lo spostamento avviene all’interno dello stesso comune di dimora abituale (79.231 residenti), nel restante 39,5% (51.693 residenti) ci si reca in altri comuni. La geografia degli spostamenti è piuttosto differenziata in conseguenza delle diverse caratteristiche dei territori provinciali. Gli spostamenti intra-comunali sono più accentuali nella provincia di Campobasso (62,5%) rispetto a Isernia (55,2%), mentre gli spostamenti fuori dal comune sono maggiori in provincia di Isernia (44,8%) rispetto a Campobasso (37,5%) (Prospetto 11).

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