Medicina Generale, Di Renzo (Snami): “Subito riforma del corso di formazione. Valorizzare qualità e garantire dignità professionale”

Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani ribadisce le proprie posizioni sulla situazione del Corso di Formazione in Medicina Generale. “In questi giorni – afferma Angelo Testa, presidente nazionale Snami,- emerge ancor più di prima come ogni regione stia derogando agli accordi collettivi, siglati tra Stato e sindacati, applicando regole e norme proprie sulla base anche di uno stato emergenziale o dei propri desiderata. Tra gli altri, l’argomento inerente al massimale in carico ai corsisti in medicina generale, talvolta obbligatori. Come sindacato riteniamo necessarie delle disposizioni complessive, eque ed uniformi su tutto il territorio nazionale. Anche se il problema delle carenze, noto da tempo, ha lasciato milioni di cittadini senza medico di famiglia, vanno cercate delle soluzioni tampone immediate ma nel rispetto della formazione, e senza l obbligo di accettazione di zone carenti”.

La questione è stata affrontata anche a livello regionale. “Urge che la convenzione venga integralmente inserita in un processo di riforma del corso di formazione sempre più pratico e non più osservazionale – aggiunge Federico Di Renzo, responsabile nazionale Giovani Medici Snam, nonché medico molisano (nella foto), – in cui vengano rimosse tutte le incompatibilità, il diploma diventi un titolo di specializzazione in medicina generale e le borse corrisposte ai medici vengano equiparate almeno a quelle delle altre specializzazioni. L’immobilità della politica non deve ricadere ancora una volta sui giovani che già scontano una diminuzione qualitativa dell’attività formativa a causa dell’emergenza pandemica”. E ancora: “Serve subito una riforma – conclude Testa – che valorizzi la qualità e le competenze oltre a garantire una dignità professionale a tutta la categoria anche per evitare che ormai, terminato l’imbuto formativo, tutti i colleghi scelgano borse più remunerative in percorsi rilascianti un titolo specialistico, depauperando le cure territoriali delle risorse più preziose”.

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