Trasporto pubblico locale, Fanelli (PD) denuncia il ritardo nei pagamenti degli stipendi

"Situazione intollerabile, la Regione faccia chiarezza al più presto" l'appello dell'esponente dem di Riccia

Situazione critica quella che vede penalizzati da ritardi e rimandi diversi autisti del trasporto pubblico locale, a corto di stipendio ormai da due mesi. A denunciare la vicenda, sottolineando il periodo di emergenza che stanno vivendo gli autisti e le famiglie ad essi vicini, è la capogruppo del PD in consiglio regionale, Micaela Fanelli.
In una nota stampa la Fanelli interviene così:
Non avere più i soldi per comprare cibo e medicine. Non avere più soldi nemmeno per pagarsi il carburante necessario per raggiungere il posto di lavoro. È la situazione, tragica e paradossale, alla quale sono giunti diversi autisti del trasporto pubblico locale, alcuni dei quali non ricevono lo stipendio da novembre 2022.
Lo denunciano, con forza i sindacati di categoria e con l’ennesima nota diramata alla stampa, dopo che le rassicurazioni ottenute dall’Assessore Pallante nell’ultimo incontro dello scorso 12 gennaio, sono ancora rimaste lettera morta”.
Gli era stato assicurato che la Regione avrebbe attivato finalmente il potere sostitutivo per pagare gli stipendi, normato dal codice degli appalti. Tuttavia, salvo che in casi sporadici, molti autisti restano ancora in attesa…senza più un euro per mangiare, curarsi, fare il pieno alla propria automobile per andare al lavoro.
Un situazione non più tollerabile, sulla quale stamattina ho protocollato un interrogazione urgente all’indirizzo dell’Assessore Pallante, attraverso la quale chiedo di sapere quali sono i motivi che impediscono alla Regione di sostituirsi nei pagamenti, rendendo dignità e assicurando il sacrosanto diritto alla retribuzione di tutti gli autisti che da mesi sembrano essere stati abbandonati sia dalle aziende concessionarie, che dalla stessa Regione.
Non è più possibile girarsi dall’altra parte, non è più tollerabile che gli autisti che ogni giorno assicurano il trasporto pubblico locale siano dimenticati dalle loro aziende, ma soprattutto dalla Regione, che può e deve porre fine a questa profonda ingiustizia sociale”.
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