Il Castello Angioino di Civitacampomarano diventa museo di arte contemporanea, il 19 luglio apre esposizione di tre personalità del Novecento

Il Castello di Civitacampomarano presenta il primo nucleo della sua nuova collezione di arte contemporanea, un progetto ideato e realizzato dalla Direzione Regionale Musei Molise in collaborazione con ARATRO, il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università degli Studi del Molise.
Questa parte iniziale della collezione è stata resa possibile grazie al PAC, Piano dell’Arte Contemporanea finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Grazie al contributo del PAC sono state infatti acquisite opere di grande importanza di personalità centrali nell’arte del secondo Novecento che hanno avuto un legame con il Molise, come William Congdon, ambulanziere volontario sulla Linea Gustav durante la Seconda guerra mondiale, Gino Marotta, nato a Campobasso, e Titina Maselli, la cui famiglia era originaria di Pescolanciano. William Congdon è uno dei protagonisti della generazione statunitense legata all’Action Painting, un pittore che ha saputo unire le esperienze eroiche della grande astrazione americana alle nuove ricerche informali sulla pittura e sul dramma esistenziale che ha segnato l’arte europea del secondo dopoguerra.
Gino Marotta è stato tra i primissimi artisti a sperimentare materiali naturali e sintetici e a intuire la direzione tecnologica della scultura contemporanea, passando dai metalli dei suoi lavori degli anni Cinquanta alle installazioni fatte di balle di fieno nella mostra Arte povera più azioni povere tenuta nel 1968 ad Amalfi, fino ai suoi celebri metacrilati e alla sperimentazione del laser nel corpo plastico del suo lavoro.
Titina Maselli ha creato una nuova iconografia della pittura contemporanea, dove le anticipazioni della Pop art e le riflessioni sul Futurismo si mescolano alle ricerche sullo sport e sulla dimensione notturna ed elettrica delle città contemporanea.
Il progetto attuale, coordinato da Pierangelo Izzo e curato da Susanne Meurer, Lorenzo Canova, Piernicola Maria Di Iorio, ha posto infatti l’attenzione sulla relazione tra l’arte contemporanea e il territorio regionale, in un centro come Civitacampomarano, che sta avendo una vasta notorietà frutto degli interventi di arte pubblica del CVTà Street Fest.
La collezione in divenire del nuovo museo vuole dunque documentare questo rapporto, grazie all’acquisizione di personalità storicizzate che vorrà dare però spazio anche alle ricerche più innovative dell’arte contemporanea, in una visione non localistica, ma che dialoga con il territorio in una dimensione di apertura internazionale.
Un museo collocato in un luogo affascinante, dove si avverte un respiro secolare che intende partire dalla grandezza del passato per parlare però i linguaggi del presente e del futuro.

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