Svolta storica per le ‘Stellette’: la Rappresentanza Militare va in pensione, arrivano i sindacati

Intervista a Stefania Castricone, Ispettore della Guardia di Finanza e Segretario Generale Aggiunto del Si.Na.Fi.

Svolta epocale nel mondo delle “stellette”: la Rappresentanza Militare va in pensione dopo 46 anni. La Legge 382/78, aveva infatti introdotto tre Organi (Cobar, Coir e Cocer, rispettivamente base, intermedio e centrale), operanti con sistema elettivo. Obiettivo, la tutela del personale militare: dal funzionamento di mense e sale convegno, fino alla formulazione di pareri e proposte di più ampio respiro, ad indirizzo e supporto di provvedimenti normativi in tema economico, nonché in materia di assistenza e previdenza. Due Decreti del 29 marzo scorso, a firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione Zangrillo (G.U. n.81 del 6 aprile 2024) lasciano ora spazio, competenza e campo libero alle Organizzazioni Sindacali; per il triennio 2022/2024, i decreti individuano 7 sigle sindacali per i Carabinieri, 3 per la Guardia di Finanza, 6 per l’Esercito, 3 per la Marina e 4 per l’Aeronautica. Dalle “proteste silenziose” degli anni ’70 fino alle Organizzazioni Sindacali cui oggi sono attribuiti pieni poteri di rappresentanza, così come in ogni altro settore nel mondo del lavoro. Un percorso non facile, talvolta sotto i riflettori di cronache ed inchieste giornalistiche. Ne ricostruiamo le fasi con il prezioso contributo di Stefania Castricone (nella foto), Ispettore della Guardia di Finanza, Segretario Generale Aggiunto del Si.Na.Fi. (Sindacato Nazionale Finanzieri), Organismo che conta iscritti anche tra le Fiamme Gialle del Molise e che, per numeri e consistenza, ha meritato un posto nei Decreti del 29 marzo 2024.

Dalla Rappresentanza Militare ai Sindacati: quali sono state le principali tappe dell’iter giuridico?

Il momento che rappresenta la chiave di volta del processo di sindacalizzazione delle Forze di polizia a Ordinamento Militare è certamente riconducibile alla sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1475, comma 2, del D.Lgs. n. 66/2010 (il Codice dell’Ordinamento Militare), che vietava la possibilità per i militari di costituirsi in associazioni professionali a carattere sindacale, consentendone da subito la costituzione ma rimettendo al legislatore il compito di emanare una norma disciplinante il loro funzionamento. Da quel momento in poi c’è stato quindi il via libera alla nascita formale dei sindacati e così è stato con la costituzione nei primi mesi del 2019 dei primi sindacati, tra cui il Sindacato Nazionale Finanzieri. Purtroppo da quel momento in poi le attese di poter avere in tempi relativamente brevi una norma che definisse le prerogative e gli ambiti di competenza dei sindacati è rimasta delusa da un iter di formazione della legge, tra interminabili audizioni ed emendamenti, che è durato per ben 4 anni, giungendo infine alla tanto attesa L. 46/2022. Una norma non perfetta, limitante in diversi punti e che condiziona anche quelle che dovrebbero essere le libere scelte organizzative dei sindacati, ma che è stata comunque accolta come un altro imprescindibile momento storico per giungere alla piena operatività delle Organizzazioni Sindacali. Da quel momento in poi altre tappe importanti hanno segnato il cammino della sindacalizzazione, dalla iscrizione delle neo costituite sigle sindacali nei relativi albi ministeriali (Mef per le sigle della Guardia di Finanza) alla possibilità di raccogliere le deleghe del personale, secondo le previsioni normative, nella misura dello 0,5% della base stipendiale, fino alla tanto attesa e fondamentale misurazione della rappresentatività, avvenuta il 31 gennaio 2024, che ci ha consentito di arrivare ai giorni d’oggi. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica del 29 marzo 2024 (G.U. n. 81 del 6 aprile 2024) ha finalmente decretato le sigle sindacali rappresentative del personale delle Forze di Polizia a Ordinamento Militare, tra le quali il Si.Na.Fi., riconoscendo appieno solo a queste tutte le prerogative fissate dalla legge fondamentali per la loro agibilità. Contestualmente, lo stesso decreto, come previsto dalla 46/2022, sancisce la fine della storica Rappresentanza Militare.

Da un punto di vista storico, nel tempo, poteva reputarsi ipotizzabile una riforma della Rappresentanza Militare al posto della “escalation” sindacale?

Secondo la mia esperienza, no, non era ipotizzabile. Le spinte verso la sindacalizzazione arrivano da lontano nel tempo, chieste a gran voce anche da una parte della stessa Rappresentanza Militare. La Rappresentanza militare e i sindacati si fondano su principi troppo diversi per poter essere alternativi; basti anche solo pensare all’indipendenza giuridica ed economica dei sindacati rispetto alla Rappresentanza ed al diverso sistema della contrattazione riconosciuto ai primi rispetto a quello della concertazione demandato alla seconda in ambito contrattuale. Lo strumento della Rappresentanza militare negli anni si è mostrato sempre più obsoleto, lento nel suo adeguarsi al cambiamento dei tempi e soprattutto incapace di cogliere tempestivamente le reali esigenze del personale, rigido anche nelle relazioni tra i vari organismi per cui le voci del personale raccolte nei Consigli di Base difficilmente giungevano al Consiglio Centrale, creando spesso uno scollamento generale tra i delegati e il personale rappresentato.

“Uguali” a tutti gli altri lavoratori, costituisce una conquista di portata epocale: non crede, tuttavia, che il Comparto perderà qualcosa della sua antica e consolidata “specificità”?

Su questo aspetto mi sono spesso interrogata, soprattutto nella fase in cui erano fortemente percepibili le resistenze delle Amministrazioni che hanno cercato, non si può negarlo, di rallentare e indebolire la forte spinta della sindacalizzazione, o quantomeno di condizionarne l’iter normativo. Personalmente, ho sempre creduto che anche un Comparto così peculiare abbia bisogno di un ammodernamento: è cambiata la società e sono cambiati i militari. Questo vale ancora di più per la Guardia di Finanza, un Corpo di Polizia economico – finanziaria moderno, che ha tutti gli strumenti per fare di questo cambiamento addirittura una risorsa per migliorare la propria performance. I cambiamenti non devono spaventare, se guidati nel modo giusto. Il Si.Na.Fi. dal luglio del 2023 ha scelto di utilizzare un modello nuovo nel panorama sindacale, il Modello Partecipativo, proprio con l’obiettivo di essere parte attiva di un tale processo di cambiamento culturale, che costituisce la vera rivoluzione della sindacalizzazione. Partecipare nel senso più ampio e coinvolgendo tutti gli attori del sistema, per prima l’Amministrazione, che non è un nemico da combattere, ma un attore, un importante attore, chiamato a partecipare alla costruzione di un sistema di tutele forti, che sia rispondente alle reali esigenze dei finanzieri, con effetti certamente positivi sul benessere organizzativo.

Quali gli obiettivi di breve termine?

L’obiettivo più vicino è sicuramente la partecipazione al tavolo per il rinnovo contrattuale 2022 – 2024, che si aprirà a brevissimo. Per la prima volta nella storia, le associazioni sindacali del personale delle Forze di Polizia a ordinamento militare avranno la possibilità, come detto, di contrattare. Il Si.Na.Fi. è pronto e ha già iniziato un serrato confronto partecipato sia all’interno, tra dirigenti e soci, sia all’esterno, con le maggiori sigle sindacali delle Forze di polizia ad ordinamento civile, al fine di meglio definire le strategie e gli obiettivi, anche di carattere normativo, da concretizzare nell’ambito della contrattazione.

I finanzieri come hanno accolto questa importante novità?

I finanzieri hanno consentito a 3 sindacati sui 5 iscritti all’Albo delle Associazioni Professionali a carattere Sindacale di raggiungere la quota di rappresentatività, senza dispersione significativa di deleghe, e questo è un buon risultato, ma le percentuali complessive di adesione devono sicuramente crescere per dare forza a coloro che saranno gli unici interlocutori con l’Amministrazione, a livello centrale e locale, con la Politica e con il Governo. Ritengo che la fine della Rappresentanza militare e l’avvio del contratto convincerà chi finora è stato scettico ad iscriversi. Possiamo fare tanto insieme. Da Segretario Generale Aggiunto del Si.Na.Fi. non posso che invitare i colleghi ad iscriversi al sindacato che rappresento. I motivi sono tanti, ma tutti risiedono in un concetto: la partecipazione. I soci del Si.Na.Fi. sono parte, accanto ai dirigenti, del progetto e contribuiscono attivamente alla realizzazione di ciò che ci prefiggiamo: giustizia ed equità nelle condizioni lavorative. Saremo presenti in tutte le contrattazioni che contano e che riguardano la nostra vita lavorativa e lo faremo mettendo in campo professionalità, credibilità e soprattutto l’entusiasmo autentico che appartiene solo a chi vuole davvero migliorare le condizioni lavorative dei finanzieri.

Antonio Lanza

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