Campobasso – Nicola Tromba, un meccanico d’altri tempi. La sua morte, avvenuta lo scorso marzo, ha lasciato un vuoto incolmabile, sia affettivo che professionale, soprattutto tra appassionati e collezionisti di auto d’epoca, per i quali costituiva costante e sicuro punto di riferimento. Qualcuno lo definiva “l’ultimo carburatorista” ed è impossibile stabilire quante auto siano passate per le sue mani esperte nel corso degli anni. Affabile, generoso e competente, era originario di Toro (CB). Aveva 78 anni e non si era mai fermato: bottega sempre aperta e lui sempre sul pezzo. La sua officina, sita nel Capoluogo, proprio accanto alla sede di una nota Emittente TV, era spesso luogo di ritrovo per cultori di vecchie auto, un salotto di idee, esperienze e calendari di raduni. Tifoso dell’Inter, dotato di profonda cultura generale, con i clienti Nicola era solito scambiare battute e lunghe conversazioni, entrando nei dettagli della singola riparazione, dalla difficoltà di reperire un ricambio, fino alle problematiche di montaggio, tra alternatore, spinterogeno, scatola di sterzo, motorino d’avviamento e pompa dei freni. Con Nicola, è andato via un tassello della nostra comunità. Un mondo di storia ed emozioni, quello delle auto d’epoca, del quale Nicola è stato attento ed insostituibile supporto, come ci spiega Giuseppe Timperio, socio del Classic Car Club Campobasso (organismo federato ASI, Automotoclub Storico Italiano): «Nicola era un caro amico, oltre ad essere il mio meccanico di fiducia, in quanto anche io sono proprietario di alcune auto d’epoca. Era una persona attenta, preparata, precisa e scrupolosa. A 14 anni, parliamo del 1960 circa – aggiunge – aveva frequentato un corso tecnico per corrispondenza presso un Istituto di Varese, distinguendosi per impegno e risultati. Attento nelle riparazioni, consegnava l’auto al cliente solo quando era perfetta, ed era quindi capace di smontare e rimontare anche più volte lo stesso pezzo, fino a quando non reputava il lavoro come riuscito alla perfezione». Inoltre, prosegue Timperio: «Ricordo che la sua officina era dotata di tutte le strumentazioni, in particolare per la manutenzione delle vecchie “Lancia” e gli era giustamente riconosciuta da tutti una particolare specializzazione in fatto di carburatori. In passato, per tanti anni era stato in attività alla via IV Novembre di Campobasso, proprio dove oggi c’è un negozio di vernici». Infine, conclude: «Aveva lavorato sino alla sera prima del suo ricovero in ospedale. Nessuno avrebbe immaginato un esito infausto tanto veloce. Mi aveva chiamato dal letto del nosocomio chiedendomi di portargli qualche copia della rivista “La Manovella”, organo dell’ASI, pagine tanto care a noi appassionati. Avevo provveduto ad accontentarlo tempestivamente. Poi la triste notizia. Un vuoto incolmabile: la perdita di un amico strazia il cuore; la perdita contestuale di un meccanico specializzato e competente ha lasciato senza punti di riferimento tanti cultori di vecchie auto, non sarà infatti facile trovare un caposaldo di simile spessore. Si è chiuso un mondo, un’epoca, è calato il sipario su un pezzo della nostra storia locale».
Antonio Lanza



